Caccia alle ricchezze dei Casalesi

31 Gennaio 2009 0 Di redazione

La Direzine Distrettruale Antimafia di Napoli continua a setacciare il territorio cassinate alla ricerca dei beni di proprietà della camorra. Venerdì mattina i finanzieri della compagnia di Cassino su delega del comando provinciale di Caserta, hanno sequestrato a Pontecorvo il conto corrente bancario intestato a Giuseppe Visone, prente del boss del clan dei Casalesi Giuseppe Setola. Il deposito era stato acceso presso la filiale della Banca di Roma. Due settimane prima, su ordine della Dda campana, le fiamme gialle aveva sequestrato un appartamento in via Arigni a Cassino intestato allo stesso Giuseppe Visone. Ma anche a Potecorvo, negli ultimi mesi del 2008, erano stati sequestrati appezzamenti di terreno coltivati a tabacco. Un quadro preoccupante emerge dal discorso pronunciato dal presidente della Corte d’Appello di Roma Giorgio Santacroce nel corso della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario. «Nel Lazio – dice Santacroce – risultano aree in cui la criminalità organizzata e di natura mafiosa (camorra, mafia siciliana e ‘ndrangheta) investe somme ingenti per l’acquisizione di consistenti attività economiche nel campo alberghiero e della ristorazione.  L’infiltrazione mafiosa – afferma – è particolarmente estesa nel territorio di Latina, soprattutto nella zona pontina dove viene segnalata la presenza di famiglie mafiose derivante in gran parte del soggiorno obbligato di molti suoi esponenti storici, raggiunti da misure di prevenzione personale. Anche Civitavecchia è oggetto di particolare attenzione investigativa perchè si segnala sul suo territorio l’infiltrazione di noti clan camorristici. La Dda sta svolgendo indagini su estorsioni commesse in danno di imprenditori e commercianti delle zone di Frosinone e di Cassino ad opera di appartenenti al clan dei Casalesi. Anche il circondario di Tivoli è luogo privilegiato di incontri e di interlocuzione tra elementi mafiosi e aggregati criminali stranieri, per lo più extracomunitari e provenienti dall’est europeo, coinvolti in traffici di prostituzione e di sostanze stupefacenti».