Una legge regionale istituisce il Centro di accesso unico alla disabilità

26 Giugno 2009 0 Di Felice Pensabene

Finalmente uno sportello unico sulle disabilità. E’ quanto prevede la nuova legge regionale (L. 27 febbraio 2009 n. 2) che regolamenterà l’accesso ai servizi pubblici per le persone disabili. La nuova normativa prevede, infatti, l’istituzione, presso i comuni, del Centro d’assistenza unificato per la disabilità (CAUD). Lo scopo principale è di seguire per tutta la vita, attraverso il coinvolgimento delle famiglie, le persone disabili, superando quella visione caritatevole e assistenzialistica che da sempre le accompagna, sostituendola con più diritti, più tutele e più garanzia dei servizi. Il CAUD, dovrà orientare e aiutare le persone disabili e le famiglie sui diritti alle prestazioni socio-sanitarie, informare sui servizi offerti, monitorare e sostenere le situazioni complesse, con particolare riguardo alle disabilità gravi, in stretta collaborazione con i servizi sociali e sanitari presenti sul territorio. “Quando nasce un bambino disabile – secondo l’on. Maria Antonietta Grosso, promotrice della nuova legge regionale e vice presidente della commissione consiliare Politiche Sociali alla Pisana – nasce un cittadino. Da questo principio bisogna partire per dare uno strumento utile ed adeguato alle esigenze delle famiglie”. Tra i punti qualificanti della nuova legge, che è stata approvata con i voti favorevoli anche dell’opposizione, lo sportello unico di accesso, l’istituzione di un’anagrafe territoriale per la disabilità, che consenta di realizzare programmi e progetti individualizzati, il coordinamento tra famiglie, istituzioni, servizi territoriali, Asl e associazioni. Il nuovo provvedimento garantirà la prevenzione e l’intervento precoce, la realizzazione, anche nella nostra regione, di nuove strutture che assicurino una rete di sostegno al più ampio progetto del “con noi e dopo di noi”. Potranno, infatti, sorgere comunità alloggio, in sostanza il diritto di abitare in veri e propri appartamenti. Saranno in grado i comuni di organizzarsi in attesa dei piani attuativi, previsti per il prossimo autunno, alle nuove disposizioni? Speriamo di sì.
di Felice Pensabene