Morti bianche, il continuo pianto del coccodrillo

1 Luglio 2009 2 Di redazione

E’ proprio vero, se non muore qualcuno, in Italia, nessuno si muove. Di morti, però, in particolare sul lavoro ce ne sono, ed anche tanti. L’ultimo, l’ultimo nella provincia di Frosinone si chiamava Nazzareno Monti, aveva solo 47 anni, una famiglia ed era operaio della Sider Pali di Anagni. Lunedì pomeriggio, un palo di acciaio lo ha schiacciato uccidendolo. Commozione tra i colleghi, le istituzioni ed anche i sindacati. In tanti si sono prodigati a mandare messaggi di cordoglio, e i sindacati, addirittura, si sono “smanicati” per proclamare due ore di sciopero nella categoria dei metalmeccanici a cui Nazzareno apparteneva. Solo metalmeccanici perché, un lavoratore è diverso da un altro. Solo due ore, per poter dire “qualcosa abbiamo fatto”. Intanto oggi una vedova e degli orfani piangono su una bara, quella di Nazzareno. Intanto si continuerà a lavorare, ovviamente dopo le due ore di sciopero a cui tutti parteciperanno, senza che i controlli per il rispetto della sicurezza sui posti di lavoro sortiscano l’effetto sperato: salvare vite umane. Intendiamoci, non è un attacco solo ai datori di lavoro, ma anche agli stessi lavoratori che ritengono scomodo un elmetto o una cinta di sicurezza. Eppure i morti sul lavoro in Italia raggiungono annualmente cifre che, seppure in lento e costante calo, superano il migliaio. Nel 2008 hanno perso la vita 1120 lavoratori. Andiamo avanti, in attesa delle prossime due ore di sciopero e del prossimo funerale.
Ermanno Amedei