Non può crollare una città che sa volare!

15 Settembre 2009 1 Di redazione

Non credo sia difficile per nessuno fare un salto indietro con la mente e riportarla al mattino del 6 Aprile del 2009…
L’Italia quel giorno si è svegliata nel frastuono dei telegiornali che annunciavano la notizia di un terremoto in Abruzzo, che ha devastato L’Aquila e i paesi limitrofi…
Io ricordo perfettamente… Quel giorno dal primo momento, mentre ero a lavoro, apprendendo che le vittime aumentavano vertiginosamente e i danni aumentavano cresceva in me la voglia di fare qualcosa, di rendermi utile, di non restare con le mani in mano…Tuttavia, ben presto, mi sono reso conto che in quel momento l’unica cosa realmente possibile da realizzare era pregare per quella gente e sperare per loro…
I mesi sono passati, ma la voglia di vivere questa esperienza no, mai… E così con un gruppo di altri sette amici all’alba del 1 settembre siamo partiti per L’Aquila…
Personalmente non ho portato nessun bagaglio di aspettative ma ero carico della voglia di donarmi, di provare a regalare un attimo del mio tempo a qualcuno, magari solo un sorriso, desiderando, soprattutto, condividere ogni cosa con la popolazione abruzzese: il loro disagio; il dormire in una tenda; l’usare bagni prefabbricati; mangiare ciò che capita; pregare con loro, giocare con i bimbi, zappare…
Mi è parso di vedere una città con una grandissima voglia di tornare a volare, come un’Aquila a cui hanno rotto un’ala, una ferita che pian piano, con il calore di tutti i volontari che le lasciano un pezzo di cuore e con la forza degli aquilani, sono certo che si ricucirà.
Ora sbricioliamo un attimo il vissuto di questi cinque giorni…
Alle 4 del mattino era fissata la partenza alla volta di Bagno, una piccola frazione di L’Aquila, dove una gentilissima famiglia di amici ci ha accolto con una ricca colazione pronta per noi… Dopo questo gradito ristoro abbiamo raggiunto il campo Caritas presso il capoluogo abruzzese. Dopo pranzo ci è stato affidato il primo incarico: con zappe e pale occorreva scavare un canale profondo 60 cm per far passare i fili della corrente per far riaprire una farmacia. Il pomeriggio è così volato tra un colpo di vanga e uno di pala; uindi si è cenato e dopo una doccia (fredda) siamo corsi subito a letto, o meglio, nel sacco a pelo: la giornata, infatti, era stata molto pesante e la sveglia del mattino seguente era puntata alle 6.30 …
L’indomani, svegliatici alle 6.30, dopo aver recitato le lodi mattutine, siamo stati divisi in vari campi: a me è toccato il campo di Cansatessa, gestito da scout, dove per due giorni sono stato responsabile della mensa e della preparazione dei pasti per altri campi.
Venerdì siamo stati impiegati nell’accoglienza di un gruppo di 150 giovani di tutto il mondo giunti a L’Aquila da Loreto dove stavano vivendo l’Agorà del Mediterraneo. È stato mostrato loro un video sulle bellezze aquilane prima del terremoto, delle immagini relative al momento delle scosse telluriche, il dramma delle macerie e i volti della ripresa, conclusi dalla testimonianza di una ragazza scampata dal crollo della casa grazie a una gran dose di fede. La giovane, infatti, al momento delle terremoto, alle 3.23 del mattino, stava recitando il rosario per la paura delle scosse che già dalla sera precedente avevano interessato quella zona. Si può dire che la sua fede l’ha salvata. Ascoltare la testimonianza di quella ragazza mi ha permesso di dare un volto e un nome alla presenza di Dio in quelle tragiche circostanze; mi piace immaginarLo presente e vivo non solo in chi ha sperato, creduto, pregato e si è affidato, ma vicino anche a coloro che, non avendoLo incontrato, non si sono rivolti a Lui.
Dopo aver pranzato con questa comitiva di giovani, abbiamo lasciato il campo base per tornare dagli amici di Bagno; là ci siamo intrattenuti un pò con i bimbi, abbiamo vissuto e animato la S.Messa con gli abitanti del campo e poi siamo stati ospitati in tenda da una famiglia, composta da persone gentilissime, ospitali, che ci hanno donato il calore di casa, oltre che lasciare per noi i letti sui quali hanno dormito dal 6 Aprile. La nostra invadente presenza pare abbia contribuito a far compiere loro un altro piccolo passo verso il ritorno ad una vita normale: da quella notte, infatti, sono ritornati a dormire presso la loro abitazione…
Il mattino successivo abbiamo ripreso la strada del ritorno lungo la quale ci siamo fermati presso Lanciano dove abbiamo pranzato e fatto visita alla Chiesa del Miracolo Eucaristico dove abbiamo ringraziato il Signore per averci regalato queste splendide giornate di servizio.
Abbiamo, infine, fatto rientro a casa, ma con la testa ed il cuore già rivolti alla prossima esperienza tra gli amici abruzzesi: dal 16 al 20 Settembre, infatti, siamo nuovamente in quella terra che grida voglia di amore e aiuto…
Di questi giorni porterò sempre con me i sorrisi dei bimbi, gli occhi speranzosi della gente, i cumuli di macerie da cui ripartire, il sorriso di Marianna, Bastian, Meriem, l’affetto e la forza di Antonella, la voglia di fare dei miei compagni di viaggio.
Grazie di cuore a tutti e a presto!!!
enzino82_1