Usura, giro di affari per 5 milioni di euro

17 Settembre 2009 0 Di redazione

Nell’operazione  condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Frosinone denominata “MONEYLENDER” è stata individuata e sgominata, una stabile associazione finalizzata alla commissione di reati di usura, estorsione, esercizio abusivo del credito e trasferimento fraudolento di Beni e valori. Il sodalizio criminale composto da  persone  di Pontecorvo, soci ed amministratori di due società edili e di movimento terra e di una donna anch’essa di Pontecorvo che esercitava l’attività di fattucchiera, effettuavano plurime attività di prestito di denaro e di anticipo di contanti, mediante l’emissione di assegni bancari tratti sui conti correnti intestati alle proprie società ovvero su quelli personali, a fronte dei quali pretendevano interessi ed altri vantaggi usurari.
I flussi finanziari dell’attività erano stati abilmente occultati attraverso i conti correnti delle stesse vittime. Infatti, sempre al fine di attribuire fittiziamente a terzi la titolarità di valori, costringevano le vittime ad aprire conti correnti al fine di impossessarsi di titoli di credito ai medesimi intestati, che in realtà utilizzavano per i propri scopi illeciti ed in particolare per reinserirli nel giro dei prestiti usurari.
Il sodalizio criminale aveva costituito uno stabile riferimento per l’approvvigionamento di titoli di credito, provento dei reati usurari ed estorsivi, smistati successivamente da famiglie di pregiudicati operanti in Provincia e  da un ex Capitano della Polizia Municipale di un Comune Ciociaro nonchè da un titolare di una gioielleria attraverso la quale venivano reimpiegati i proventi illeciti.
D’interesse ai fini investigative sono risultate le figure degli altri due arrestati:  una infermiera di Arnara (FR) che al fine di favorire l’operato dei componenti dell’associazione per delinquere accendeva a proprio nome un conto corrente che è stato utilizzato dagli arrestati per effettuare transazioni finanziarie, mediante deposito di somme provento delle illecite attività poste in essere dagli indagati;  e un ex il Capitano della Polizia Municipale che in qualità di pubblico ufficiale, autenticava la firma di inesistenti giratari dei titoli oggetto di usura, apposte in calce a fittizie quietanze di pagamento, attestando falsamente la loro identità.
In queste investigazioni (analisi contabili, perizie tecniche, escussioni testimoniali, rilievi fotografici, indagini tecniche e lunghi pedinamenti ed appostamenti) sono stati numerosi i tentativi di inquinamento probatorio posti in essere dagli indagati, finalizzati ad eludere l’indagini dell‘Autorità Giudiziaria.
È in tale contesto che gli investigatori della Sezione Tutela Economia del Nucleo di Polizia Tributaria di Frosinone, a conclusione di lunghe e complesse indagini dirette dal Sost. Proc. di Cassino dott.ssa  Maria PERNA, hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare (di cui quattro in carcere ed una ai domiciliari), emesse dal Tribunale di Cassino nei confronti dei cugini M. di Pontecorvo (A. e M.)  rispettivamente di anni 47 e 36,  di R. O.  (Chiromante) anch’essa di Pontecorvo di anni 55, di R.G. un’infermiera di Arnara (FR) di anni 42 e di un ex Pubblico Ufficiale di Pignataro Interamna di anni 52, che approfittando dello stato di bisogni di  numerosi imprenditori hanno applicato interessi usurari annui, talvolta superiori al 900%, quale corrispettivo di prestazioni di denaro allo stesso effettuate anche attraverso reiterate novazioni dei crediti, divenuti sempre più esorbitanti a causa della esponenziale crescita degli interessi applicati.
Nel corso delle indagini è stato accertato un giro usuraio per oltre 5 milioni di euro ed una  approfondita analisi dei flussi finanziari, posta in essere attraverso mirati accertamenti bancari e tecnici (ricostruzione delle girate, individuazione delle firme di girata ed individuazione dei soggetti che materialmente incassavano i titoli di credito) hanno consentito di identificare e deferire alla A.G. ulteriori n. 9 soggetti (per lo più pregiudicati tutti legati fra loro anche da rapporti di parentela) che provvedevano al riciclaggio ovvero al reimpiego dei proventi illeciti.
Nell’ambito di tali accertamenti il sodalizio criminale, ha tra l’altro, simulato il furto delle scritture contabili di due società, che sono state occultate e distrutte, al fine di impedire la ricostruzione del giro d’affari delle due aziende attraverso le quali venivano dissimulate le operazioni finanziarie connesse all’attività usuraia posta in essere. Nel corso dell’operazione “Moneylender” sono stati sequestrati n. 7 conti correnti ed effettuate decine di perquisizioni domiciliari e locali e personali.