Il sistema sanitario in ginocchio a causa degli sprechi

31 Ottobre 2009 1 Di redazione

“La Sanità del Lazio ha subito tagli indiscriminati dei servizi ma si conservano, anzi aumentano sprechi indiscriminati”. A parlare è Rosa Roccatani segretario Proviniciale di Ugl Sanità Frosinone. “Un solo sguardo agli ospedali della provincia di Frosinone per renderci conto del collasso generale, mancano infermieri, medici, ausiliari; gli istituti contrattuali applicati con notevoli ritardi o addirittura non attribuiti, le attrezzature tecnologiche sono obsolete, quelle di supporto (barelle, carrozzine, sollevatori) non esistono o sono consumate e rotte, i posti letto ridotti e quindi i malati vengono come pacchi appoggiati nei corridoi, il materiale sanitario ad esaurimento graduale e spesso inesistente, materiale di consumo e tecnico ( telefoni, computer, fotocopiatrici ecc…) sempre più carente, guasti alle reti telefoniche, spesso non riparata poiché l’azienda è morosa nei pagamenti. Intanto non si bloccano gli sprechi, anzi crescono smisuratamente, lo constatiamo con la miriade d’incarichi dirigenziali sempre crescenti e spesso inutili, acquisti di prestazioni, benché illegittimi restano costanti o in aumento, parcelle legali, anche queste in esponenziale aumento a causa della mancata o irregolare applicazione dei CCNL, ed ancora peggio, disattendendo le norme per favorire il clientelismo politico.
Ancor più, sono il numero elevato degli immobili in affitto, sebbene l’Azienda sanitaria abbia a disposizione ampi spazi di strutture o Unità Operative dismesse. Un esempio lo abbiamo alla struttura ospedaliera di Anagni dove segnaliamo reparti vuoti e ben tre strutture in affitto. Il problema però si ripete nel territorio di Ceccano, Frosinone e Cassino. Dunque, razionalizzare sì, ma non tagliare sui servizi, la Provincia di Frosinone ha bisogno di buona gestione, occorre agire nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse, si può e si deve fare, bisogna eliminare le spese inutili, conseguire il massimo rendimento dei servizi aumentando le ore di attività (sale operatorie, attività ambulatoriale, diagnostica radiologica, ecc ). Insomma, – conclude Roccatani – più attenzione al servizio sanitario e meno sprechi”.