Cassino 15 marzo 1944, la città scompare

15 Marzo 2010 0 Di redazione

15 marzo 1944: quel giorno la Città di Cassino fu cancellata dalla storia e dalla carta geografica. Solo un mese prima fu distrutta anche l’abbazia di Montecassino.
“Sappiamo che questo evento – ha detto il sindaco di Cassino Bruno Scittarelli nel corso della cerimonia di commemorazione – ha segnato pesantemente le nostre famiglie e la nostra città, riducendola ad un cumulo di macerie, lasciando oltre mille vittime civili, mutilazioni, miseria e disperazione.
Sono occorsi decenni, alle nostre famiglie, per riprendersi, nel solco del motto benedettino “Succisa virescit”, da quell’immane tragedia.
La cancellazione delle vestigia della stupenda Cassino prebellica ha lasciato posto ad una città nuova e moderna che da quella tragedia ha trovato la forza per risorgere ed imporsi come punto di riferimento per l’intero territorio.
Cassino, purtroppo ora interessata anch’essa dalla pesante crisi economica globale, è diventata una città molto attiva nel settore commerciale, turistico, dei servizi.
Ormai sono trascorsi 66 anni, da quel 15 marzo del ’44, il ricordo tende a farsi sbiadito e rischia di rimanere sempre più una pagina ingiallita di storia lontana.
Moltissimi dei protagonisti negativi di quella tragedia, i nostri genitori, zii e nonni, non ci sono più e così ora si fatica anche a tramandarla oralmente alle nuove generazioni.
Eppure il ricordo, come per la Shoah e per le Foibe, non può e non deve affievolirsi, perché in questo caso si vanificherebbe anche il formidabile monito che può venire alle nuove e future generazioni i cui familiari hanno subito in prima persona il dramma della guerra, il frutto dell’odio e della prevaricazione.
Oggi più che mai, bisogna riscoprire e rafforzare quei valori universali che tutelano la Dignità delle persone, la Pace e la Fratellanza.
Sentimenti che, per quando ci riguarda, nascono dalle profonde radici cristiane che sono alla base dell’azione quotidiana delle nostre famiglie.
Giornate come queste devono servire quindi a noi, impotenti nel decidere le sorti del mondo, per riflettere e consolidare quei sentimenti forti di ambasciatori di Pace nel Mondo che si impegnano giornalmente anche per aiutare i più bisognosi e i disagiati sociali ma anche gli sfortunati che in questo periodo sono stati vittime di terremoti naturali e devastazioni (L’Aquila come Haiti, Cuba come l’Indonesia).
Solo così sarà possibile conservare la Pace nella nostra terra e non vanificare i morti, i lutti e le distruzioni che il maleficio della guerra ci riservò il 15 marzo del 1944”.