Muore ma continua a percepire la pensione, denunciato il figlio

11 Marzo 2010 0 Di redazione

Lo zelo fiscale di un cittadino ciociaro è apparso ammirevole ai marescialli della Guardia di Finanza che controllavano le pensioni alla ricerca di falsi invalidi, ma era decisamente esagerato e non richiesto dalla legge: continuava a pagare le tasse anche da morto. Il fatto ha destato sospetti, soprattutto in tempi di crisi economica come quelli attuali, quando spesso neanche i vivi versano le imposte.
Non credendo al senso civico di un fantasma, i militari della Compagnia di Cassino agli ordini del capitano Vincenzo Ciccarelli hanno eseguito le necessarie indagini, arrivando ad una verità meno romantica e più utilitaristica: è così emersa la storia di un figlio che, pur avendo sofferto la perdita del padre, non ha voluto perdere anche la pensione spettante all’estinto e l’elevato tenore di vita che gli permettevano quei soldi. Per giustificare il percepimento della pensione da parte del parente ormai defunto, era però costretto a presentare le dichiarazioni dei redditi, ogni anno, con la firma del morto, e a pagare una minima somma di tributi, in modo da non generare sospetti negli organi di controllo.
Grande è stata la disperazione del reo quando si è imbattuto nel monitoraggio sulla spesa pubblica che la Guardia di Finanza effettua sistematicamente: l’uomo ha così capito che, oltre al dolore della dipartita del familiare, avrebbe dovuto anche affrontare un brutto processo e restituire alla collettività il maltolto.
Il colpevole, un cinquantenne di professione operaio della Fiat, ha percepito, dalla morte del padre, avvenuta nel 2004, una pensione mensile di 1400 euro, maturata dal defunto genitore in tanti anni di onorata carriera. In cinque anni, il figlio ha sottratto alle casse dello Stato 90.000 euro, conducendo una vita estremamente agiata, occultando la morte del congiunto allo Stato ed alla Banca presso cui aveva il conto corrente. Ora dovrà rispondere del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, e rischia fino a cinque anni di carcere.
Le Fiamme Gialle hanno assegnato all’operazione il nome “Ghost”, come il famoso film nel quale la vittima di un omicidio tornava dall’aldilà per far arrestare il suo assassino. Stavolta, però, nessun fantasma è tornato dall’aldilà per pagare le tasse.