La Tecar terapia, una nuova frontiera nel recupero dei traumi da attività sportiva e non solo

15 Aprile 2010 1 Di Felice Pensabene

Si chiama Tecar-terapia, o meglio Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo, è la novità nella riabilitazione degli atleti, ma non solo loro, dopo un infortunio. Un metodo nuovo destinato a diventare una tecnica di uso comune nei prossimi anni e che trova applicazione anche dalle nostre parti. Maggiori spiegazioni ce le fornisce Giuseppe Risi, laurea in masso-fisioterapista, che la applica da tempo nel suo Centro Fisioterapico e Bellezza alle Pastenelle di Cervaro. “La Tecar-terapia – spiega il dott. Risi – è una tecnica di nuova generazione che stimola energia dall’interno dei tessuti biologici. In pratica attiva i naturali processi riparativi ed antinfiammatori. “In sostanza stimola la microcircolazione, aumenta la vasodilatazione e alza la temperatura locale dove avviene l’applicazione. Si avverte, inoltre, un istantaneo sollievo dal dolore, grazie ad un potente effetto antalgico sulle terminazioni nervose della parte trattata attraverso il richiamo delle endorfine, che sono analgesici naturali prodotti dal nostro organismo”. “Il suo campo di applicazione è molto ampio, nello sport costituisce una nuova frontiera nella cura degli infortuni e nella riabilitazione degli atleti, ma può trovare applicazione – prosegue Risi – anche in molte altre patologie, come quelle cervicali, lombari, nelle sciatalgie. Credo che sia destinata a diventare una tecnica sempre più di uso comune”. “Il principale vantaggio, rispetto alle altre metodiche riabilitative è quello di poter interessare, nel trattamento, anche gli strati profondi dei tessuti, che con le altre metodiche non potrebbero essere raggiunti senza causare danni alla cute. Ha, inoltre, un effetto quasi immediato sul dolore, già dalle prime applicazioni. Può, inoltre, trovare applicazione – conclude Risi – con le altre tecniche riabilitative già in uso applicandole in modo integrato fra loro e abbinandole alla Tecar-terapia”.  In conclusione i nostri atleti e  chi fa sport a livello amatoriale, potrà contare su un aiuto in più con questa nuova metodica, ma anche chi soffre delle altre patologie citate e sul dolore che esse provocano.
F. Pensabene