Una famiglia accusa: “Siamo troppo poveri e il Comune ci nega la residenza”

20 Aprile 2010 0 Di redazione

“Ci stanno negando il diritto alla residenza”, lo sostengono i coniugi Carcaterra che da circa un mese sono domiciliati in un appartamento a Piedimonte San Germano. Veronica e Rosario, seppur giovanissimi, sono genitori e nonni; dei loro tre figli la primogenita è diventata da poco mamma.
Veronica racconta di essersi recata più volte in comune per chiedere il cambio di residenza da Cassino a Piedimonte ma sostiene di essere stata oggetto di rinvii pretestuosi da parte dell’amministrazione nel tentativo di prendere tempo. La sua sensazione, supportata anche da confidenze che le avrebbero fatto proprio nei corridoi del Comune, è che l’amministrazione sarebbe restia a concedere la residenza temendo poi di doversi occupare dell’indigenza della numerosa famiglia. “A noi la residenza serve per diversi motivi – spiega Veronica – dalla richiesta per il gratuito patrocinio per l’assistenza legale a mio marito, il bonus per la nascita di mio nipote che vive con noi, le utenze, l’iscrizione dei bambini alle scuole elementari. Ma poi non riusciamo a capire perché ci si debba negare un diritto. Abbiamo una casa, siamo italiani, a che titolo ci viene negata la residenza?”
La loro storia per avere una casa somiglia a un’Odissea ma, e questo va detto, alla sfortuna della coppia si sono affiancati anche tanti errori commessi che hanno portato lui ad avere grossi problemi con la giustizia tant’è che attualmente è in regime degli arresti domiciliari.
“Io non ho assolutamente negato la residenza a nessuno – replica il sindaco di Piedimonte San Germano Domenico Iacovella – La famiglia in questione sembra avere molta fretta che non è giustificabile da ciò che dicono. Il bonus per il neonato lo possono richiedere ugualmente eleggendo il domicilio, così come il gratuito patrocinio. Solo una settimana fa hanno perfezionato il contratto di affitto e sono andati subito i vigili per gli accertamenti di rito. E’ stata stilata una relazione che da venerdì è sulla mia scrivania ma io non ho avuto ancora il tempo per studiarla e decidere in merito; cosa che farò nei prossimi giorni. Prendo atto, però, – annota il sindaco – che la famiglia è la stessa che lo scorso anno ha occupato abusivamente un alloggio popolare proprio qui a Piedimonte, che in quella circostanza, dopo lo sfratto, sono stati sistemati in un albergo a nostre spese per circa cinque giorni pur essendo residenti altrove”.
Er. Amedei