Incidente nella cava, Truppa (Cgil): “I sinistri nel settore lapidei non sono fatalità”

1 Giugno 2010 0 Di redazione

“L’ennesimo infortunio sul lavoro, in un settore quello della filiera dell’edilizia, nel caso specifico quello dei lapidei, ribadisce le difficili condizioni in cui si trovano ad operare i lavoratori del settore”. A Parlare è Benedetto Truppa della FILLEA CGIL Frosinone. “Non sarà certo solo una casualità che, in questo settore, in termini percentuali si è costretti a subire il maggior numero di infortuni, molti anche mortali, e dove sono esponenziali le denunce di malattia professionale. Il settore dei lapidei e le condizioni in cui si trovano gli operatori delle cave e delle segherie del marmo di Coreno sono note a tutti, dove la crisi economica e la concorrenza spietata determina condizioni di lavoro al limite e dove queste che di solito sono definite “disgrazie”, “fatalità” non lo sono, anzi in alcune realtà, non entriamo nello specifico dell’infortunio di oggi in quanto questa Società non è sindacalizzata, l’attenzione da parte dei lavoratori è massima per evitarli.
Sembra in questi casi rituale l’intervento del sindacato, ma invece dobbiamo dire con forza che rituale non lo è. In quel bacino forte è negli ultimi anni l’intervento della FILLEA CGIL, che ha iniziato a parlare con i lavoratori a sindacalizzare le aziende e cosa più importante in ognuna di esse si è adoperata attraverso la contrattazione a far rispettare i diritti più elementari dei lavoratori dalla sicurezza delle condizioni di lavoro al pagamento delle retribuzioni.
Non solo, il distretto del marmo che doveva segnare il rilancio del settore e di quel territorio è rimasto solo sulla carta, con finanziamenti sporadici l’ultimo fatto pochi mesi fa, che ha dimostrato per l’ennesima volta come la politica ha attraverso la scelta dei distretti fatto più scelte mediatiche per favorire qualche amico imprenditore che definire un progetto strutturato che sia in grado di rilanciare un settore come quello del marmo nello specifico e l’economia dell’intero territorio.
La regolarità e la sicurezza del lavoro nel bacino è un elemento fondamentale da cui partire. L’infortunio a Palladino di oggi è un ulteriore monito a chi pensa che le cose vanno bene e non bisogna intervenire.
Il sindacato è convinto invece che in tutto quel bacino necessita che si facciano reali corsi di informazione e formazioni condivisi dalle parti sociali che con l’assistenza delle Autorità Competenti possano realmente diminuire il rischio serio del ripetersi di infortuni gravi come quello che è capitato oggi nella segheria della Marmi Zola”.