Così Campoli Appenino celebra il suo oro bianco

10 Novembre 2010 0 Di redazione

Pesa 820 grammi, ed è il più grande tartufo bianco mai trovato nella storia dei tartufai campolesi che sabato 20 e domenica 21 novembre festeggiano la 26° mostra mercato del pregiato tubero di Campoli Appennino.

“Sei libbre e mezzo di tartufoli per il Sig. Capitano di cavalleria” recita la ricevuta che nel 1759 veniva chiesta per l’acquisto del tartufo di Campoli che è ancor oggi gelosamente custodita nell’archivio documentale del comune a testimonianza della lunghissima tradizione che lega questo piccolo comune dell’estrema Ciociaria al tartufo.

Fino al 1960 i campolesi lo cercavano utilizzando i maiali: giù nella valle del paese era il tartufo bianco pregiato, in collina il nero. La “caccia al tesoro” inizia a novembre e termina alla metà di aprile. I tartufari più tenaci si cimentano nella ricerca anche nel periodo caldo, periodo in cui trovano il pregiato tubero conosciuto con il nome “fior di maggio” .

“L’oro bianco di Campoli” verrà spolverato sulle pietanze preparate il 20 e 21 novembre. All’interno di un percorso, realizzato nel centro storico, si trovano cantine e vecchie botteghe che, per l’occasione, alzeranno le saracinesche per offrire bruschette, gnocchetti, tagliatelle, vitello conditi con il tartufo. E poi polenta cotta, per oltre un’ora, con un soffritto di carne macinata, sedano, carota e cipolla tritati il tutto aromatizzato con una spruzzata di vino bianco. L’aggiunta della salsa di pomodoro e, infine, delle scaglie di tartufo bianco completeranno il profumatissimo piatto.
Campoli Appennino è adagiato sul bordo di una suggestiva dolina carsica, denominata il “Tomolo”, a 650 metri di altezza. Il paese, che è anche conosciuto come Città del tartufo e dell’orso, conserva, nel centro storico, un museo dedicato al più grande carnivoro d’Europa e da settembre di quest’anno è stata attrezzata anche un’Area Faunistica Dell’Orso Bruno Marsicano, che si sviluppa su una superficie di oltre 15 ettari di bosco, sui cui bordi si snoda il paese. Qui vivono due esemplari dell’ultimo patriarca dell’Appennino, ammirabili dal balcone naturale di Piazza Umberto I.
Una “due giorni” per fare un tuffo nel passato e assaggiare i piatti di un tempo. Per chi ama la natura c’è poi l’esperienza irrinunciabile del canyon.
Come arrivarci: A24-A25 Roma-Teramo, uscita Avezzano. Proseguire, quindi, sulla superstrada Avezzano- Sora-Cassino, uscire a Sora Centro-ospedale, girare a sinistra e immettersi sulla SS. 666 Sora-Pescasseroli: dopo 6 km. si trova il bivio per Campoli Appennino. Per info: info@tartufodicampoli.it