Nascono i presidi sanitari penitenziari, assistenza migliore per i detenuti

1 Dicembre 2010 1 Di redazione

Migliorerà l’assistenza all’interno dei penitenziari e ridurrà i costi che gravano sulla collettività il protocollo d’intesa firmato oggi dal direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Francesco Zavattaro, con i direttori delle case circondariali di Chieti, Lanciano e Vasto. Tra i punti rilevanti dell’accordo c’è il potenziamento dell’assistenza specialistica ai detenuti all’interno del carcere, grazie alla creazione di veri e propri presidi sanitari penitenziari.

La conseguenza più immediata sarà la riduzione degli spostamenti per eseguire visite in ospedale. Questo aspetto assicurerà maggiore sicurezza agli stessi detenuti, con prestazioni più rapide ed efficaci e, soprattutto, garantite sempre dallo stesso professionista. Per la collettività ciò comporterà un risparmio sui costi di traduzione nonché una minore incidenza sulle liste di attesa, meno gravate dall’assistenza ai detenuti.

Curare correttamente i detenuti all’interno del carcere significa fare prevenzione per tutti. Gli operatori penitenziari (agenti di polizia penitenziaria, personale amministrativo e simili) sono quotidianamente a contatto con le persone recluse: limitare la diffusione delle malattie è un modo per evitare che le stesse siano poi portate all’esterno del carcere.

In un incontro svoltosi a Chieti e aperto ai giornalisti, il protocollo è stato sottoscritto insieme a Zavattaro dai direttori degli istituti penitenziari di Chieti, Giuseppina Ruggero, di Lanciano, Massimo Di Rienzo, di Vasto, Carlo Brunetti, alla presenza del direttore amministrativo, Giancarlo Barrella, e del direttore sanitario della Asl, Amedeo Budassi, nonché del responsabile dell’unità operativa di Medicina Penitenziaria, Francescopaolo Saraceni.

Le prestazioni nei presidi sanitari penitenziari saranno erogate da personale passato alle dipendenze della Asl, in attuazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° aprile 2008.

I direttori degli istituti penitenziari hanno sottolineato l’impegno dell’Azienda sanitaria locale, che ha mantenuto inalterati i livelli di assistenza, dedicando al settore personale esperto che da anni lavora a contatto con i detenuti, senza ridurne il numero nonostante i limiti imposti dal piano di rientro regionale. La Asl ha infatti messo a disposizione 15 medici di medicina generale e 11 infermieri, cui si aggiunge la presenza di specialisti in psichiatria, infettivologia, odontoiatria, cardiologia, ginecologia, oculistica, dermatologia, otorinolaringoiatria, chirurgia ed ecografia.

I tre direttori hanno, inoltre, evidenziato che «la provincia di Chieti si segnala in positivo grazie alla collaborazione tra la Direzione generale della Asl e il Ministero della Giustizia», trattandosi tra l’altro di uno dei primi protocolli siglati in materia.

In provincia di Chieti sono attualmente 745 i detenuti, di cui 350 a Lanciano, 270 a Vasto e 125 a Chieti (dove si trova anche una delle due sezioni femminili presenti in Abruzzo). Si tratta per un terzo di extracomunitari; per un 30% di tossicodipendenti. Vi è un’alta incidenza di malattie correlate allo stato di tossicodipendenza, quali epatopatia cronica HBV e HCV correlata.

Particolare importanza ha il controllo del disagio psichico e delle patologie psichiatriche, garantito dagli operatori del Dipartimento salute mentale della Asl: «L’impatto con il sistema penitenziario – ha detto Saraceni – è devastante. Come purtroppo riferiscono spesso le cronache, molti tentano il suicidio. Gli atti di autolesionismo sono all’ordine del giorno. Anche per questo serve un’assistenza continua ed efficiente».