Cani e gatti feriti o uccisi ai bordi delle strade, fenomeno in crescita

20 Gennaio 2011 2 Di redazione

Stando alle stime degli ultimi sei mesi del 2010 sono in forte aumento le segnalazioni dei cani uccisi e feriti abbandonati ai bordi delle strade rispetto allo stesso periodo del 2009. Secondo le segnalazioni ricevute da AIDAA nei sei mesi dell’anno appena trascorso sono state 440 le segnalazioni di cani feriti abbandonati ai bordi della strada rispetto al 286 dello stesso periodo del 2009, mentre sono state 555 le segnalazioni di cani morti ai bordi della strada rispetto alle circa 287 dello stesso periodo dell’anno precedente. Il maggior numero di segnalazioni proviene dalla Puglia, seguita dalla Sardegna , dalla Campania e dalla Sicilia. Ma non mancano le segnalazioni anche da regioni del nord quale il Piemonte e la Lombardia. L’ultimo caso (di cui alleghiamo le foto) riguarda un bellissimo esemplare di pastore tedesco investito, spostato dalla strada e lasciato legato ad un albero per una settimana prima che essere ritrovato e curato grazie ai volontari della Lida di Olbia. “Soccorrere un animale ferito è un dovere ed è obbligatorio almeno sulla carta – ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA – in realtà sono in aumento le segnalazioni di ritrovamenti di animali uccisi o feriti abbandonati ai bordi della strada, anche perché è difficile reperire un veterinario aperto ed inoltre chi soccorre l’animale si deve pagare anche le spese di degenza del cane presso il veterinario e questo induce molti a lasciare l’animale ferito per terra. Nel caso di cui abbiamo allegato le fotografie- conclude Croce- questo animale è stato abbandonato ai bordi di una strada per oltre una settimana ed ora le spese per le sue cure sono a carico dei volontari dell’associazione sarda che ne se sta occupando e questo non ci pare corrispondere al criterio di corretta applicazione della normativa. Le leggi non basta farle, occorre avere anche la forza di applicarle e di renderle effettive cosa assai rara in questo paese almeno nel discorso della tutela degli animali”.