Affitti stellari e “buonuscita”, le condizioni proibitive per aprire una attività in centro

21 Febbraio 2011 0 Di redazione

Dai 15mila agli 80mila euro di buonuscita e tremila euro mensili di affitto sono le condizioni per poter aprire una attività commerciale in centro a Cassino. Condizioni molto gravose che spesso finiscono per scoraggiare giovani con velleità imprenditoriali o anche commercianti che, per un motivo o un altro, devono cambiare locale, costituendo, di fatto, un tappo allo sviluppo commerciale di Cassino. Affittare un locale in centro a Cassino costa un autentico patrimonio. Agli affitti stellari va sommata la buonuscita o ingresso che, fin da una parte di viale Dante e in Corso della Repubblica, i conduttori usano chiedere per accettare di lasciare le mura ad una nuova attività e a un nuovo contratto di locazione.
Come si giustifica e quanto costa

negozi

Si tratta del “dazio” che chi ha in affitto un locale, chiede per permettere al nuovo commerciante di aprire la trattativa con il locatario. Una operazione non prevista nei budget di inizio attività che può costare fino a 80 mila euro. Una pratica che ben conoscono in tutte le agenzie immobiliari le quali si sono ben integrate nel sistema chiedendo una congruo percentuale anche sulla così detta buonuscita, tutto ovviamente e rigorosamente a nero. Quasi come fosse un Trattamento di fine rapporto (Tfr), il commerciante, seppur intenzionato a chiudere l’attività commerciale, la mantiene aperta e funzionante fino a quando non arriva qualcuno a proporgli di rinunciare al contratto che gli garantisce la locazione. Trattative che in larga parte non lasciano traccia dato che vengono risolte con il contante. I più fortunati, però, riescono ad ottenere quantomeno una fattura con la quale si fa figurare la vendita di una controsoffittatura, di un impianto particolare, di un condizionatore o di un mobilio che, comunque, finirà rimosso e sostituito da materiale nuovo.
I punti della città più gettonati (e cari)

negozi

La buonuscita viene chiesta ad iniziare dalla rotatoria di viale Dante fino al corso della Repubblica e per il tratto di Corso della Repubblica compreso tra l’Incrocio con Viale Marconi fino a quello con via Bari. E’ questo, evidentemente, il cuore commerciale della città martire dove, per un locale di 47 metri quadri, il locatore per subentrare è stato disposto a sborsare 70 mila euro sull’unghia e pagare ben 2.700 euro mensili. In viale Dante, evidentemente, il potere espositivo è ritenuto minore dato che per 60 metri quadri, si spendono mensilmente 2mila euro più, ovviamente, una congrua buonuscita. Un investimento iniziale da non poco e che si ammortizza con grosse difficoltà.
All’origine della buonuscita

negozi

Una usanza che, evidentemente ha preso piede con l’interessamento di forestieri, per la “piazza commerciale” cassinate. Per lo più napoletani, e per lo più negli anni precedenti, arrivavano a frotte con portafogli gonfi, offrendo grosse cifre per occupare i punti migliori. Un modo di fare che, ben presto, è stato adottato anche per i commercianti locali.
Ermanno Amedei