Aidaa denuncia 5.919 cacciatori rei di aver ammazzato il proprio cane

4 Aprile 2011 0 Di redazione

Uccidere un cane è un reato anche se ad ammazzarlo è un cacciatore durante una battuta di caccia e secondo le stime degli stessi cacciatori ogni anno cinquemila cani rimangono uccisi dalle fucilate sparate dai medesimi cacciatori.
Anche in questo caso si commette il reato di uccisione di animale di affezione.
Inoltre AIDAA ha ricevuto in questi settimane circa 330 segnalazioni relative a danni materiali provocati a danno degli animalisti impegnati in prima fila contro la caccia e circa 280 segnalazioni di minacce ricevute da animalisti ma anche da persone che si lamentavano per il passaggio dei cacciatori in proprietà private da parte di questi ultimi, minacce che si configurano nel reato previsto all’articolo 612 del codice penale.
AIDAA sta predisponendo in proprio le denunce contro i circa 5300 cacciatori individuati che hanno ammazzato i cani (propri o di amici) mentre ha messo a disposizione alcuni legali per le consulenze relative alla presentazione delle denunce contro i cacciatori responsabili dei danneggiamenti e quelli responsabili di minaccia nei confronti sia degli animalisti che dei proprietari dei fondi.
“E’ ora di finirla che questi loschi figuri la facciano franca solo perché cacciatori – ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA – uccidere il proprio cane è reato e lo è anche se a ucciderlo sono i cacciatori durante le battute di caccia perché la loro noncuranza mette spesso a repentaglio la vita dei loro stessi animali, lo stesso vale per quei cacciatori che si sentono impuniti da ogni legge e che si permettono di insultare, danneggiare o minacciare le persone che legalmente e pacificamente si oppongono al loro operato. Vogliamo portarli in tribunale e vederli condannati per i reati che commettono e per questo siamo ben felici di mettere a disposizione il nostro servizio legale per perseguire i cacciatori che commettono reati penali di qualsiasi reato si tratta. Loro – conclude Croce – sono soggetti alle stesse leggi degli altri e se sbagliano devono pagare”.