La strage silenziosa degli 80mila levrieri spagnoli crudelmente uccisi ogni anno

6 Aprile 2011 0 Di redazione

Il dramma dell’uccisione dei cani in Spagna non riguarda solamente i 40.000 cani uccisi con l’eutanasia nei canili (perreras) spagnoli spesso uccisi crudelmente anche a bastonate e lasciati morire di fame. C’è un’altra vera e propria strage silenziosa che si ripete ogni anno al termine della stagione della caccia, quando vengono barbaramente massacrati circa 80.000 meravigliosi esemplari di galgos (cani levrieri spagnoli) utilizzati per la caccia e poi soppressi in maniera spesso illegale e con metodi orrendi, fino arrivare in alcuni casi ad essere abbattuti a fucilate dai propri stessi proprietari. I levrieri spagnoli che vengono uccisi vanno dai cuccioli che crescendo non corrispondono alle esigenze del cacciatore sia per numero che per prestanza fisica fino ad arrivare alle migliaia di cani ammazzati all’età media di due anni al termine di ogni stagione di caccia. AIDAA continua nella sua battaglia per chiedere la moratoria europea all’eutanasia e la condanna degli stati componenti dell’unione che permettono il realizzarsi di queste vere e proprie stragi. Ovviamente la questione dei massacri di migliaia di cani ogni anno non riguarda solo la Spagna, ma vi sono altri paesi dove l’eutanasia è legalizzata. “Non è possibile andare avanti cosi- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- ogni giorno riceviamo da diverse parti d’Europa segnalazioni di vere e proprie stragi di migliaia di cani, Spagna e Romania sono i paesi di cui si sa di più, ma riceviamo altre segnalazioni che provengono da più parti dell’Europa e stiamo preparando un dossier sulla pena di morte legalizzata o meno a cui vengono sottoposti ogni anno centinaia di migliaia di cani in tutta Europa. Noi – conclude Croce- lavoriamo per una nuova normativa che preveda l’obbligo della sterilizzazione come unica arma per il controllo del randagismo in tutti i paesi europei contestualmente alla predisposizione di un fondo strutturale per le sterilizzazioni e piani quinquennali di intervento nazionali, oltre a regole certe per le adozioni nazionali ed internazionali”.