Platani secolari tagliati ad Atina e finiti nel caminetto

21 Aprile 2011 0 Di redazione

Un episodio accaduto un paio di giorni fa a Ponte Melfa, frazione di Atina, ripropone in termini indubitabili la arretratezza e la insensibilità che ancora contraddistinguono non solo qualche funzionario comodamente seduto dietro una scrivania che decide di punto in bianco per sue esclusive elucubrazioni mentali, della esistenza o della morte di un antico albero, ma soprattutto e principalmente la cittadinanza che continua ancora, nella sostanza, a ritenere che certe realtà ed argomenti non la riguardano: invece ancora non si è capito che una pianta è come l’acqua, come l’aria cioè un bene indispensabile alla esistenza. E’ accaduto che in questi giorni alla Via Settignano sono stati abbattuti quattro platani secolari di circa due metri di circonferenza per delle ragioni che fanno capire alla perfezione il livello non solo intellettuale ma anche professionale dei cosiddetti tecnici che impartiscono certi ordini e, allo stesso tempo, anche il livello civico dei cittadini e degli amministratori locali, i veri responsabili di quanto avviene a casa loro. Se qualcuno provoca un incidente di macchina la colpa è dell’albero, se si deve costruire una rotonda allora la pianta si deve tagliare perché impedisce la vista, se si deve fare un marciapiede la pianta si deve tagliare perché non esistono marciapiedi con platani secolari, se viene Gheddafi allora il Sindaco di Roma fa tagliare cinquanta piante secolari perché danno fastidio al corteo di Gheddafi e compagni. E dire che quest’anno le Nazioni Unite lo hanno dichiarato l’anno degli alberi e delle foreste, proprio per ammonire e rammentare alla umanità i pericoli verso i quali sta correndo ogni giorno che passa col taglio di queste creature della natura. Oppure era difficile, con gli scavatori che esistono oggi che in mezza giornata radono al suolo una collina, spostare di qualche metro detta rotatoria e salvare un platano che secondo lo scienziato di cui sopra dava fastidio? E’ difficile espropriare un metro di terreno, salvando i platani, per realizzare il marciapiede, magari prevedendo anche una pista ciclabile di cui al Ponte Melfa, incivilmente, non esiste nemmeno l’ombra pur essendo tutta pianura? Lo scienziato che ha ordinato tale scempio non sa che esistono normalmente marciapiedi dove si levano anche stupendi platani maestosi? Bisogna sempre dubitare di chi commette certe azioni parandosi dietro la solidarietà, l’afflato lirico, il grande cuore: in effetti fa pensare a tutti quee sindaci, per esempio, che installano gli autovelox per solidarietà verso gli automobilisti, per afflato lirico…
E dire che quelli che hanno i soldi comprano le piante secolari a caro prezzo nei vivai, piante che vengono estirpate in certi luoghi e poi ben curate e tenute, trapiantate con successo in ville e giardini: era difficile ottenere lo stesso risultato con i poveri platani ammazzati? Era disdiceveole forse spostarne uno nel centro della rotatoria che si dice vogliono costruire in quell’incrocio?
Via Settignano nel passato era tutto un lungo viale fino a Casalvieiri costeggiato da platani rigogliosi e ombrosi, sembrava di essere in una delle tante cittadine della Provenza dove di tali viali infiniti ve ne sono una quantità inimmaginabile, tutti ben curati e ben tenuti, come pure su qualche lungotevere a Roma. Alla Via Settignano invece è successo che questo patrimonio della comunità, questo bene pubblico, questa eredità dei nostri antenati, questa autentica ricchezza, è stato a poco a poco messa al fuoco perché dava fastidio alle numerose costruzioni erette, nella indifferenza generale. Ora ne sono rimasti una decina, delle centinaia che ne erano! E anche a questi ultimi rimasti la foga distruttrice e selvaggia ha assestato il colpo mortale: ne hanno tagliati quattro, come detto all’inizio. E altri quattro, gli unici rimasti in piedi di tutta la Via Settignano, già pronti per fare la medesima fine, in quanto li hanno ben tosati e rapati, come si fa col cadavere prima di metterlo nella cassa: a che cosa hanno ridotto questi giganti della natura, questa gioia degli occhi. Li si vada a vedere. Per fortuna i Carabinieri di Atina appena informati della scelleratezza compiuta, immediatamente si sono precipitati sul luogo e dopo aver riscontrato la mancanza di legittimità di quell’atto selvaggio, hanno bloccato tutto e per il momento i quattro platani superstiti sono salvi. Saranno i cittadini di Ponte Melfa assieme ai loro amministratori in grado, almeno a questo punto, di intervenire e impedirne l’ulteriore abbattimento? Abbattere un albero secolare è come voler abbattere il Colosseo per costruirci un palazzone o perché fa ombra: il solo pensiero è fuori di senno. Un albero secolare di cento anni o di duecento anni è un monumento, non è solo un elemento necessario alla vita quotidiana dell’uomo con la sua funzione. Siccome si è parlato che dietro al misfatto ci sia l’Amministrazione Provinciale e siccome abbiamo già denunciato nel passato alcuni tagli indiscriminati, a mio avviso criminali, di querce secolari in varie zone della nostra Provincia, allora ci rivolgiamo alla attuale compagine amministrativa che sappiamo sensibile e ricettiva a certe istanze affinché metta da parte o neutralizzi questi tagliatori di piante che si annidano negli uffici e che negli anni passati riscuotevano sicuramente il plauso dei reggitori provinciali dell’epoca per le loro imprese visto che nulla è cambiato.
di Michele Santulli