Coldiretti Frosinone: per la vertenza latte occorre trovare alternative nella raccolta

19 Maggio 2011 0 Di redazione

“Occorre individuare un nuovo percorso che possa permettere ai produttori di latte ciociari di conferire il proprio prodotto ad un prezzo che sia in qualche modo vicino a quello stabilito a livello regionale (42 centesimi al litro) e non più sulla media attuale che, in provincia, non supera i 34 centesimi”. Cosi il Direttore della Coldiretti di Frosinone, Paolo De Cesare, che, insieme al presidente Loris Benacquista, ha incontrato il Presidente della Cooperativa Grifo Latte di Perugia, Carlo Catanossi.
Obiettivo dell’incontro quello di verificare concretamente il conferimento diretto dei produttori frusinati alla struttura umbra. “Abbiamo parlato a lungo – ha detto il Direttore della Coldiretti ciociara – circa la possibilità di trovare adeguate condizioni per aprire un circuito di raccolta nella provincia di Frosinone, con il quale assicurare una remunerazione agli allevatori che oggi continuano a lavorare in perdita”. Infatti anche il tavolo provinciale di Rieti sul prezzo del latte, fortemente voluto dalla Coldiretti reatina, ha recepito il prezzo di 0.415 € al litro, così come indicato dall’accordo regionale. A Frosinone, invece, al contrario di quanto avvenuto a Roma e Rieti, i responsabili degli stabilimenti di trasformazione non hanno preso parte all’incontro convocato in provincia determinando così una chiusura ad ogni discorso di valorizzazione del prodotto e di revisione del prezzo. La Cooperativa Grifo Latte ha sottoscritto l’accordo provinciale di Rieti – sottolinea il Presidente Catanossi – ed è interessata anche ad accrescere la propria presenza sul mercato laziale, beninteso, in un’ottica di valorizzazione delle produzioni locali ed in presenza di una elevata qualità del prodotto. “Credo fermamente nella filiera agricola italiana – continua Catanossi – e per questo valuteremo con la massima attenzione la proposta pervenuta dalla Coldiretti di Frosinone in merito al ritiro del latte ciociaro”. Coldiretti, domani sera, nei lavori del proprio consiglio provinciale, discuterà principalmente della vertenza latte visto che lo stato di crisi e la mobilitazione non sono affatto chiusi. “Trovare un alternativa seria e soprattutto a condizioni economiche più interessanti per i produttori rappresenta una priorità – ha aggiunto De Cesare – così come è giunto il momento di ripristinare le condizioni di correttezza, trasparenza ed efficienza della filiera che, purtroppo, da anni, ormai penalizzano solo gli allevatori”. “Non è più possibile tollerare l’atteggiamento di chiusura netta da parte dei caseifici locali e di alcune cooperative – gli fa eco Benacquista – che si trovano ad avere presidenti che al tempo stesso fanno anche da raccoglitori, determinando spesso anche prezzi diversi da quelli realmente pagati dai caseifici. Negli anni abbiamo subìto troppo, ora siamo stanchi, e anche se il percorso non è dei più semplici e neppure breve, intendiamo perseguire ogni sforzo verso una inversione di tendenza che possa aprire un nuovo ciclo per la raccolta del latte in Ciociaria, garantendo un giusto reddito ai produttori di latte”. Coldiretti sta lavorando senza sosta a questo progetto e nei prossimi giorni, se non arriveranno novità, continuerà la propria mobilitazione con presidi e manifestazioni tesi a far comprendere ai consumatori la provenienza del latte, smascherando nuovamente conferimenti di prodotto negli stabilimenti ciociari mediante latte che non arriva né dalla nostra regione né dal nostro paese ma da altre addirittura nazioni.

I NUMERI

Complessivamente, rileva la Coldiretti, in un anno sono arrivati 9 miliardi di chili in equivalente latte (fra latte liquido, panna, cagliate, polveri, formaggi, yogurt e altro) utilizzati in latte a lunga conservazione, latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori italiani e a danno degli allevatori perché non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. In altre parole tre litri di latte a lunga conservazione sui quattro venduti in Italia con marchi del Made in Italy sono in realtà già stranieri senza indicazioni per il consumatore come pure il latte impiegato in quasi la metà delle mozzarelle sugli scaffali. Nel Lazio le imprese attive nel 2009/2010 nella produzione di latte vaccino sono 1.705 per circa 87.300 capi in produzione. La produzione di latte vaccino laziale ammonta a circa 3.760.000 quintali. In provincia di Frosinone sono oltre 600 le imprese zootecniche con più di 1.500 persone impegnate quotidianamente nel settore. A tutto ciò si devono aggiungere i numeri relativi all’indotto che non è quantificabile. I quintali prodotti ogni giorno superano quota 500. A causa della scarsità della remunerazione, negli ultimi 5 anni, in provincia di Frosinone, il numero di imprese attive nella produzione di latte è diminuito del 46.3%.