I dubbi dello scrittore Pandolfi dopo Pontida: “A parte il lato comico, ciò è possibile secondo la nostra Costituzione?”

20 Giugno 2011 1 Di redazione

“Che la Lega sia ormai a corto di argomenti forti per rimotivare il proprio popolo e risalire la china dopo la pesante sconfitta delle elezioni amministrative lo ha dimostrato, oserei dire plasticamente, la penosa sceneggiata andata in onda ieri a Pontida avente a tema il trasloco di alcuni ministeri al nord”. E’ quanto dichiara lo scrittore Luigi Pandolfi a www.ilpuntoaMezzogiorno.it. “Più che la giornata del rilancio, a me è sembrata, quella svoltasi sul prato pontidiano, una sorta di autocelebrazione del fallimento della missione storica del Carroccio e dei suoi pretoriani.
Come si può interpretare diversamente la pretesa, per un partito che su “Roma ladrona” ha fondato il suo successo in questi anni, di portare in casa propria pezzi di quella “Roma” su cui tanto si è imprecato e spergiurato? È un’allegoria, ovviamente. Ma rende bene l’idea dello sbandamento che ha colpito l’Umberto e i suoi accoliti. Lega “romana” e ministeriale, si potrebbe aggiungere, stando ancora sul terreno del paradosso.
C’è però un’altra questione, cui la giornata di oggi drammaticamente rimanda: quella del rapporto di compatibilità tra talune sortite dal sapore eversivo e le cariche istituzionali che si ricoprono.
Domanda: il ministro Bossi, ma anche i ministri Maroni e Calderoli, col siparietto sul trasferimento a Monza dei loro dicasteri, hanno obbedito alla norma costituzionale, ovviamente prescrittiva e cogente, che impone a coloro cui sono affidate pubbliche funzioni di “adempierle con disciplina e con onore”, dopo averlo giurato nelle mani del Capo dello Stato?”