La strada dei Greci, quella più antica di Arpino… è Forte

21 Luglio 2011 0 Di redazione

La strada più antica di Arpino, la Via Greca fatta costruire, dicono gli storici, da Cicerone stesso con l’opera dei suoi servi greci. Un cimelio dunque di alto valore storico nonché notevole motivo di richiamo e di attrazione. Sulla stessa si apre l’ingresso che porta ad una antica torre di avvistamento chiamata nella zona ‘Torretta di Murat’ in quanto legata in qualche modo al re di Napoli Gioacchino Murat e alle sue dislocazioni ufficiali ad Arpino circa duecento anni fa, arroccata su Monte S.Girolamo. Se poi si aggiunge che detta Via Greca incrocia la cosiddetta Via San Girolamo letteralmente scavata nella roccia per la quale il grande filosofo -raccontano gli storici- soleva scendere dall’Acropoli di Civitavecchia per recarsi ad Arpino, ecco che ci rendiamo conto della eccezionalità, quindi della unicità, di tale complesso sia dal punto di vista architettonico e sia da quello storico e paesaggistico che in una società civile costituirebbe perfino il fiore all’occhiello delle proprie attrattive e dei richiami turistici, se ovviamente si persegue turismo, concetto di cui tutti parlano, quale panacea alla soluzione di ogni problema ma nessuno conosce veramente, stando ai fatti che ci circondano. La Via San Girolamo invece, cara tra l’altro agli arpinati per secoli, fino a pochi anni addietro, in quanto conduceva all’antico santuario di San Girolamo -oggi depredato, spogliato, infangato, ormai un rudere, ma illuminato di notte- col tempo e l’abbandono è diventata una discarica pubblica e oggi nemmeno questo in quanto è letteralmente inaccessibile poiché invasa da spini e sterpaglie: è scomparsa! Non esiste più! Cancellata dalle mappe.
La Via Greca, invece, dopo un abbandono quasi secolare, pochi mesi addietro, merito dunque della precedente amministrazione ‘forte’, è stata pur se solo in parte, ‘restaurata’ cioè dotata, al centro, di una striscia di 80 cm di acciottolato come le foto mostrano. Ma si osservi la manutenzione: è la conferma, se necessaria, della non-qualità degli interventi. A questo punto vorremmo scendere in alcuni dettagli ma non possiamo in quanto sia la ex amministrazione ‘forte’ e sia quella nuova, sono molto sollecite a spiccare querele, coi soldi pubblici naturalmente, non di tasca propria, se un cittadino osa levare una qualche critica. Il fatto, tra l’altro, che le casse pubbliche si trovino al disastro non è motivo di preoccupazione: l’allegria continua. Certo è che non possiamo scrivere che c’è un cittadino che graziosamente regala un pezzo di terreno al Comune per favorire il restauro suddetto il quale alla fine non può nemmeno accedere al suo terreno e c’è un altro che invece ha realizzato ex novo su una via storica quale la Via Greca, e a spese della comunità, una scalinata in pietra completa di balaustra e di pianerottolo ad uso privato né possiamo scrivere che se vai all’Ufficio Tecnico comunale a far presente questi e altri fatti, apprendi che l’ufficio tecnico non è tenuto per Legge a controllare i lavori pubblici: ci chiediamo allora chi controlla i lavori pubblici, cioè i soldi dei cittadini?
Conclusione: senza l’intervento comunale la Via Greca la via più antica della città, la via di Cicerone, sarebbe stata in condizioni migliori di ora, dopo il cosiddetto restauro!
Michele Santulli