Viaggio di nozze per costruire un orfanotrofio in Africa

25 Luglio 2011 0 Di redazione

Il viaggio di nozze a coronamento di due sogni, quello di aver sposato l’uomo che ama e quello di poter ultimare finalmente il suo progetto benefico a favore dei 30 bambini della repubblica Togolese in Africa. Dora Bendotti, 32 anni di Lanciano, tra l’atro assessore ai servizi sociali, è impegnata in un progetto di solidarietà che la vede protagonista in Africa per la realizzazione di un orfanotrofio. Da tre anni, appunto, la psicopedagogista frentana ogni estate trascorre circa un mese, le sue vacanze, nella periferia di Lomé Capitale del Togo. E’ stato lì che arrivata insieme a Nicolas Gadess, parroco di Mozzagrogna, originario del luogo, si è trovata di fronte ad una situazione toccante, quella di vedere i bambini di un orfanotrofio sfrattato perché la struttura serviva al regime militare. “Quei bambini rischiavano di finire per strada – ha raccontato Dora – per cui, dopo aver trovato una soluzione momentanea per i piccoli, abbiamo pensato di costruire una struttura nuova con fondi personali o attingendone anche da amici e organizzando a Lanciano manifestazioni di beneficenza. Abbiamo iniziato dal comprare un pezzo di terreno, poi abbiamo fatto scavare un pozzo senza il quale nulla è possibile in quei luoghi”. Da quel momento, lei stessa, ogni estate, si rimboccava le maniche e aiutava i muratori nel costruire la struttura. Prima le mura, gli impianti, fino agli arredi arrivati direttamente dall’Italia viaggiando in un container. Sabato mattina Dora ha sposato Roberto Ammirati e loro giorno più bello precede un viaggio di nozze decisamente particolare. “Io non avevo il coraggio di chiederglielo ma lui lo ha capito e me lo ha proposto”. Tra qualche settimana partiranno per il Togo per terminare l’orfanotrofio con la realizzazione del tetto. “Per fare solidarietà però – ha detto Dora – non è necessario andare in Africa. Basta guardarsi intorno anche nel quartiere in cui viviamo. Nel mio caso mi sono trovata davanti una situazione da cui non ho potuto ne voluto sottrarmi”.
Ermanno Amedei