Arrestato 22enne sardo, ‘arruolato in ferma prefissata’ nell’esercito, per tentato omicidio di un compaesano

21 Settembre 2011 0 Di Felice Pensabene

Ieri  sera i carabinieri della compagnia di Bono, in collaborazione con i militari di Chieti, hanno tratto in arresto Roberto Bulla, 22 anni, di Anela (SS), in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per il reato di tentato omicidio, emessa dal Gip del Tribunale di Nuoro.

Il giovane, che da qualche settimana si trova nel capoluogo teatino in quanto arruolatosi nell’esercito come volontario in ferma prefissata di un anno, è ritenuto responsabile della violenta aggressione ai danni di un suo compaesano, avvenuta ad Anela nella notte tra il 20 ed il 21 agosto scorso. Verso  le 01,30 di quella notte, al culmine di un’accesa discussione tra i due,  Bulla aggredì alle spalle la vittima, che si stava allontanando da via Roma, teatro del tragico fatto. la vittima, caduta a terra e colpita ripetutamente dal suo antagonista con calci, pugni e con un corpo contundente liscio (forse una tavola), fatta sparire subito dopo, è stata subito soccorsa dai sanitari del 118 e trasportata all’ospedale di Nuoro. Inizialmente  i medici avevano assegnato al giovane una prognosi di 30 giorni per le lesioni riportate, ma nelle ore successive le sue condizioni si sono aggravate rapidamente, tanto da indurre i medici al ricovero in rianimazione in prognosi riservata, con la diagnosi di frattura delle ossa nasali e fratture neurocraniche e facciali.

Le  indagini dei carabinieri di Bono sono iniziate dopo qualche giorno. Con  un paziente e complesso lavoro attraverso interrogatori, acquisizione di informazioni e riscontri, gli investigatori hanno ricostruito quanto accadde quella notte. i testimoni, tutti identificati ed interrogati, hanno iniziato a fornire informazioni utili solo dopo qualche tempo, ma resta il forte dubbio che si tratti comunque di racconti parziali o mendaci, al fine di sminuire le gravi responsabilità dell’indagato.

Da  valutare la posizione di queste 8 persone, che rischiano di essere indagate per favoreggiamento personale. Per Roberto  Bulla si sono aperte le porte del carcere di Chieti, ove attenderà l’interrogatorio di garanzia prima di essere tradotto in un carcere della Sardegna.