Lettera del Rettore Attaianese agli studenti

28 Settembre 2011 0 Di redazione

Cara allieva, caro allievo,
a nome dell’intero ateneo porgo a te i nostri saluti e il nostro sincero benvenuto nell’Universita di Cassino.

Scegliere di intraprendere la carriera universitaria significa entrare in rapporto con una istituzione che fa delta formazione superiore e competitiva i1 suo scopo.

Il tuo ruolo sarà quello di entrare presto e bene in sintonia con questo sistema mettendo in campo il tuo talento e le tue capacità, che saranno sempre fedeli compagni durante questa esperienza che ti condurrà direttamente nel mondo adulto del lavoro.
Quanto siano poi importanti i valori che possono scaturire dal talento, dalla capacità e dalla perseveranza è stato proprio spunto per una riflessione nata da personali e recenti esperienze che intendo raccontarti nelle righe che seguono.

Diversità non è sinonimo di avversità

L’ultimo week and è stato un fine settimana intenso, completamente immerso nei contatti umani, diversi molto per i luoghi e anche per le attività svolte, legati però dal filo etico su cui si innestavano.

Sabato don Antonio Mazzi e i suoi ragazzi mi hanno ospitato come rappresentante dell’ateneo in occasione dell’incontro pubblico “Cassino 110 e lode: i1 futuro della citta nasce nell’universita”, organizzato nell’ambito dell’iniziativa “1000 giovani per la pace” promossa dalla Fondazione Exodus. L’incontro si è tenuto nella nostra Aula Pacis e ritengo sia stato un passaggio simbolico della manifestazione, utile a sottolineare il ruolo decisamente unico e importante che svolge l’Universita nella crescita dell’individuo e nello sviluppo del territorio.

Il nostro ateneo ha iniziato Cassino ad un’esperienza che altre città hanno vissuto con secoli d’anticipo, diventando poi importanti centri economici e culturali, propulsori di benessere per tutta la regione.

Il ciclo di vita di una istituzione universitaria è generalmente molto più lungo dei tanti cicli legati alla politica o all’imprenditoria di un territorio. L’Università rappresenta così un solido e vivo elemento della società, che attraversa tempi e cambiamenti rivelandosi spesso sia spinta che direzione di questi cambiamenti. Un organismo pertanto unico, apparentemente chiuso e a volte poco comprensibile, altre volte quasi invisibile, capace di chiudersi nel silenzio della sua vita necessariamente indipendente.

Qualcosa da spiegare dunque, ai giovani, alla città, agli ospiti convenuti sul palco per la discussione, stimolato dalla presenza coinvolgente ed emozionante di don Antonio Mazzi, per rappresentare agli occhi di tutti che la nostra diversità non è – né sarà mai – sinonimo di avversità, ma necessaria differenza di ruolo per lo sviluppo sano della società.

Caro allievo, scegliere l’università per proseguire i tuoi studi significa avere ben chiaro che entri nel luogo deputato non solo alla produzione e alla diffusione di conoscenze e competenze, alla condivisione dei frutti della ricerca, ma anche all’acquisizione di un sistema di valori condivisi che faccia di te un cittadino autentico e non solo un utile impiegato, coscienza critica delle generazioni presenti e future.

Proprio in questo modo di vedere e di interpretare il ruolo dell’università nei confronti dei suoi studenti risiede la ragione prima per cui l’Universita di Cassino ha deciso di sostenere con forza l’iniziativa di Exodus.

La spinta, la convinzione pitù volte ribadita è che la solidarietà, specialmente quando è iscritta all’interno di meccanismi competitivi, riveste un ruolo primario perchè rappresenta l’etica. Dunque lo sviluppo sostenibile di un territorio deve fondarsi, prima ancora che sul tessuto produttivo, su valori condivisi fra i quali cooperazione e solidarietà.

Allo stesso modo tendere la mano a chi è diverso, a chi affronta una difficoltà, da l’opportunità di ritrovare da un lato la strada smarrita, dall’altro la consapevolezza della propria forza. Un gesto semplice per tutti, poichè la diversità non è sinonimo di avversità. In questo senso l’azione della Fondazione Exodus è universalmente esemplificativa del concetto quanto esemplare nell’opera, che va sostenuta con forza.

Un pensiero per i1 fondatore di Exodus: don Antonio Mazzi.
Coinvolgente ed emozionante, dicevo prima, è stata la sua presenza sul palco dove ha mostrato ancora una volta come su temi di grande profondità sia necessario – e per lui anche estremamente facile – rivolgersi ai giovani con modi semplici, ma al tempo stesso in maniera diretta ed efficace. Modi tutti utili per iniziare a chiamare problemi e valori con il proprio nome per averne cognizione e giusta misura.

Ma l’emozione forte è toccata a me, quando ho ricevuto dalle mani di don Mazzi i1 premio 2011 “1000 Giovani per la Pace”; premio completamente inatteso, come inattesa a stata la motivazione: perchè crede nel territorio e l’ama forse più di chi a Cassino è nato e vive.

Confermo di credere nelle cause che mi trovo a sposare, per il resto i1 premio lo condivido con voi studenti di questa Università e con tutti coloro che quotidianamente lavorano insieme con me per il nostro Ateneo, con l’augurio di riuscire sempre nelle cause per le quali lottiamo.
Questo accadeva il sabato, in mattinata. Domenica, insieme con il Centro Universitario Sportivo di Cassino avevamo gia risalito l’Italia per giungere a Bergamo e partecipare ai campionati italiani Master di Mezza Maratona. Una partecipazione apparentemente slegata dal rapporto con l’universita e di sicuro faticosa.

Una partecipazione nata quasi per gioco che ha finito per coinvolgermi proprio in virtù dei valori che anche lo sport, quello vero, sottintende: lealtà e onestà, convinzione e passione oltre le crisi, consapevolezza dei propri mezzi per raggiungere un risultato che spesso significa lavoro duro e faticoso, a volte anche avversari, avversità. E la misura dell’impegno personate possibile, che di volta in volta può crescere. E’ l’incredibile metafora delta vita vissuta. Sono i valori, non molto dissimili da quelli al centro delle discussioni del giorno precedente, che devono costituire la ragione prima del nostro stare insieme, il substrato etico condiviso su cui far crescere la nostra società, prevedendo lo sforzo necessario per conseguire questo obiettivo.

Rivolgo queste mie brevi riflessioni agli studenti in generale, ma soprattutto a quelli come te che per la prima volta entrano in contatto con il nostro ateneo.

Caro allievo, spesso l’universita può apparire diversa dalle attese, un percorso meno facile del previsto, tanto da diventare avversa e finire per scoraggiare. Per chi invece la frequenta da tempo e con profitto la sensazione è di sentirsi lui diverso, pronto a prendere un ruolo ben distinto in società.

In tutti i casi l’esperienza universitaria oltre a conoscenze e competenze, riuscirà ad insegnarti come a volte sia necessario essere e sentirsi diversi, in cambiamento, per assecondare se stessi e le proprie attese, senza per questo sentirsi in pericolo, avversari di qualcosa o qualcuno.

Ciro Attaianese