Ecosistema Urbano 2011: immondizia, traffico e smog, consumi idrici e cattiva depurazione frenano Roma e il Lazio

17 Ottobre 2011 0 Di redazione

Dall’Ufficio stampa Legambiente Lazio riceviamo e pubblichiamo:

Soprattutto immondizia, ma anche traffico e smog, cattiva depurazione: continuano a frenare Roma e i capoluoghi del Lazio sul fronte ambientale, secondo il XVIII Ecosistema urbano di Legambiente, realizzato con il contributo scientifico dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e la collaborazione editoriale de Il Sole 24 Ore. La Capitale si piazza a fondo classifica tra le grandi città italiane, in 10a posizione su 15; tra le medie città, Latina è addirittura penultima, al 42° posto; Frosinone a fondo classifica tra le 45 piccole città, al 41°; Viterbo oltre la metà classifica in 31a posizione ma anche per trovare Rieti bisogna arrivare fino al 21° posto.
Grandi, medie e piccole. E’ questa la novità del Rapporto, decisa per confrontare gruppi di città più omogenei: città grandi (con popolazione superiore ai 200.000 abitanti), città medie (popolazione tra 80.000 e 200.000 abitanti) e città piccole (popolazione inferiore a 80.000 abitanti), rendendo “tridimensionale” la classifica della qualità ambientale. Modifica che rende però impossibile un confronto diretto di “posizione” con le precedenti edizioni del Rapporto.

E’ proprio la gestione dei rifiuti uno dei fattori di maggiore pressione ambientale nelle nostre città laziali. Roma con i suoi 661,3 kg di rifiuti pro-capite prodotti all’anno è tra le peggiori grandi città italiane, ma il problema è di tutto il Lazio visto che Frosinone produce ben 623,3 kg/ab/anno, Latina 593,2 kg/ab/anno, Viterbo 538,1 kg/ab/anno ed infine Rieti 521,3 kg/ab/anno. E di tutto ciò ben poco è raccolto in modo differenziato, non si scelgono i sistemi porta a porta e i risultati sono ben lontani dalla media nazionale: se Verona è al 50,2% e Torino in poco tempo è arrivata al 42,5%, Roma fa un timido passetto avanti dal 19,5% rimanendo inchiodata al 21,6%; Rieti dal 12,9% passa al 14,9% e Viterbo dal 10,8% al 10,9%, mentre addirittura diminuisce Latina dal 30,1% al 29,2% e Frosinone, dal 38,8% si colloca al 15,1%, eliminando i rifiuti da trattamento meccanico biologico che aveva erroneamente computato nella differenziata lo scorso anno.

Roma e il Lazio soffocano tra ingorghi e smog, in quanto a traffico non ci batte quasi nessuno: tra le grandi città italiane peggio di Roma, con 69 auto ogni 100 abitanti, fa solo Catania, Latina è addirittura ultima tra le medie con 73 auto/100 abitanti; Viterbo penultima tra le piccole con 76 auto/100 ab., Frosinone 42a su 45 con 73 auto/100 ab., Rieti 38a con 70 auto/100 ab. Altrettanti i motocicli circolanti, con la Capitale è in vetta a livello regionale con 15 motorini ogni 100 abitanti, seguita da Viterbo che ne conta 14, Latina 12, Rieti 11 e Frosinone 9. A fronte di questo quadro, il trasporto pubblico non aumenta offerta e viaggiatori: Roma rimane in testa, dopo Milano e Venezia, tra le grandi città con 64 km-vetture per abitante; Viterbo si piazza a fondo classifica tra le piccole con solo 15 km-vetture per abitante, a Frosinone se ne registrano 21, a Rieti 25 e a 16 a Latina, quasi in fondo tra le medie.

“Sulla qualità della vita a Roma e nei capoluoghi del Lazio pesano la troppa immondizia malgestita, il traffico sempre più congestionato e lo smog, i consumi idrici e la cattiva depurazione. Dalle istituzioni servono scelte concrete, fondamentali per uscire dalla crisi ambientale, ma dirimenti anche per battere la crisi economica puntando su un futuro migliore per i cittadini -dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Per vincere sulla crescita della produzione di rifiuti servono politiche per la riduzione e il riuso e una differenziata che punti ovunque sul porta a porta piuttosto che nuove discariche, bisogna scegliere la via della limitazione del traffico privato e del potenziamento di quello pubblico per battere traffico e smog con nuove pedonalizzazioni e ZTL, puntare dopo i referendum su gestioni pubbliche e partecipate colpendo mancata depurazione e perdite di rete. Se nel Lazio le politiche zoppicano, a Roma non va meglio, si parla molto di sostenibilità, si punta addirittura su una candidatura olimipica tutta ambientalista, ma in realtà cemento, traffico e rifiuti rimangono i principali connotati delle scelte. Le Amministrazioni sono troppo disattente a queste che sono le politiche che riguardano i cittadini, non c’è più tempo, serve una nuova prospettiva, un nuovo paradigma, che veda interventi di pianificazione della Regione e investimenti diretti in queste scelte dei Comuni.”

Nessun passo in avanti per le isole pedonali, che rimangono uguali all’anno precedente: Roma ha 14 centimetri quadrati pedonalizzati per abitante, Frosinone 21, Latina solo 2 e Rieti solo 4, mentre Viterbo non fornisce dati. Tra le ZTL quella di Roma rimane tra le più grandi e importanti, con 1,83 mq per abitante, ma viene superata da Firenze, Bologna e Padova tra le grandi città; entra in classifica Rieti con 0,60 mq abitante di ZTL, sperando che prima o poi l’attivi seriamente. Non va meglio ai ciclisti: le poche piste ciclabili addirittura diminuiscono con i nuovi criteri più restrittivi di quest’anno: a Roma sono disponibili solo 1,68 metri eq./100 abitanti, a Latina sono 2,25, a Viterbo solo 0,64, a Frosinone in aumento a 3,38 e a Rieti 4,19.
Tra le prime emergenze ambientali da affrontare resta lo smog. La Capitale supera decisamente la soglia di 40 microgrammi per metro cubo (media annua) considerata pericolosa per la salute umana per la concentrazione di biossido di azoto (NO2) con 54,1 microgrammi, così come Frosinone con 48 e Latina con 44,7; calano le polveri sottili PM10, con Frosinone però comunque a 46,5 microgrammi per metro cubo nella media annua e Roma a 30,7, ma crescono i giorni di superamento del limite per l’ozono (O3), con 18,6 giorni a Roma e 36 a Rieti.

Sul fronte idrico, vanno piuttosto male Roma e Viterbo, con consumi molto superiori alla media italiana: Roma scivola all’ultimo posto tra le città grandi, con ben 234,3 litri di acqua consumati ogni giorno da ciascun cittadino romano; Viterbo si piazza agli ultimi posti fra le città più piccole con 209,6 litri/giorno pro-capite, mentre va un po’ meglio a Frosinone con 173,7 litri, a Rieti con 157,8 litri e tra le medie città a Latina con 154,1 litri. Assurde le perdite d’acqua nella rete: il dato peggiore è quello di Latina con il 62% di perdite idriche, seguita da Rieti con il 45%, Frosinone con il 39% e Roma con il 27%; supera la prova, invece, Viterbo che con l’11% di perdite di rete è seconda nel Paese tra le città piccole. Neanche i depuratori laziali sembrano funzionare troppo bene: l’efficienza del sistema di depurazione a Roma passa dal 97% al 90% e Rieti perde un punto percentuale passando all’83%; Latina pur con i dati aggiornati, rimane all’84% mentre Viterbo è al 95% e Frosinone solo all’80%.

I consumi elettrici domestici calano quasi ovunque, ma Roma registra la peggior performance tra i 15 grandi capoluoghi con ben 1.375 kWh/abitante al giorno; seguono Latina con 1.237, Viterbo con 1.156, Rieti con 1.056 e Frosinone con 1.053. Ancora una volta i dati per solare termico, fotovoltaico e teleriscaldamento scarseggiano o sono a valore zero: unica eccezione si conferma anche quest’anno Frosinone, che nel solare fotovoltaico vanta 2,59 kW installati su edifici comunali ogni mille abitanti. Va da sé che in quanto a politiche innovative su energia, partecipazione e pianificazione ambientale ed Eco Management da parte delle Amministrazioni, il Lazio continui a non dare prova di eccellenza. Poche sono anche le aziende laziali certificate ISO 14001: Roma si piazza al penultimo posto tra le grandi città, ma anche Latina, Rieti e Viterbo conquistano gli ultimi posti in classifica.

Il parametro di verde urbano fruibile (esclusi parchi e aree protette) resta basso rispetto alla media nazionale: stabile a Rieti con 19,05 mq per abitante, che registra il valore più alto tra i capoluoghi laziali, in leggero aumento Roma con 12,55, Frosinone con 12,28 e Viterbo con solo 2,42 mq/abitante, ma è in calo Latina con 4,08. Non va meglio per gli ettari comunali di superficie verde in cui anche quest’anno spicca Roma che è prima a livello nazionale con 3.650 mq aree verdi su ettari superficie urbana, staccando di gran lunga Latina (466) e Rieti (419), e ancor più Frosinone (162) e Viterbo (128).

“Roma arranca sulle politiche per la qualità della vita, tra immobilismo e scelte che vanno nella direzione sbagliata -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. L’Amministrazione della Capitale ha sempre lamentato la difficoltà di agire in una grande città, ma proprio nel confronto con i grandi centri urbani invece conquista le ultime posizioni su traffico, rifiuti, ciclabili, persino consumi elettrici e fotovoltaico. Sui rifiuti addirittura cresce la produzione superando i 660 chili per abitante all’anno, mentre il Comune sceglie di non applicare il vero porta a porta per la differenziata, passando a uno fasullo che raccoglie a domicilio solo l’organico. Si parla molto di riqualificazione ed innovazione, ma c’è invece un enorme disinteresse e una grave mancanza di volontà per migliorare la qualità della vita dei cittadini, le ricette sono note e realizzate in molte città italiane ed europee, ci vorrebbe poco a metterle in pratica, servono scelte immediate per liberare i capoluoghi laziali dalla crisi ambientale.”

Ecosistema Urbano, l’annuale ricerca di Legambiente e dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia, realizzata con la collaborazione editoriale de Il Sole 24 Ore, quest’anno alla sua diciottesima edizione, è realizzata attraverso questionari e interviste dirette ai 104 comuni capoluogo di provincia e sulla base di altre fonti statistiche, con informazioni su 25 parametri ambientali per un corpus totale di oltre 100mila dati. I dati di questa edizione del rapporto fanno quindi prevalentemente riferimento all’anno 2010.