Fulmini e saette sulla torre contesa tra Comune e Chiesa a Lanciano

17 Ottobre 2011 0 Di redazione

Fulmini e saette sulla torre municipale di Lancino, ma anche polemiche mai sopite per rivendicarne la proprietà tra Comune e Chiesa. Addirittura non ci sarebbe accordo neanche sul nome; c’è chi la chiama
la torre civica e chi campanile della Madonna, quel chge è certo è che la struttura domina piazza Plebiscito ed è sprovvista di un sistema parafulmini dato che è spesso centrata da saette che ne danneggiano sistematicamente gli impianti elettrificati delle gruppo campanario della vicina Cattedrale, ma anche l’orologio e la barriera antintrusione per proteggerla dai piccioni. A luglio, un fulmine ha fatto danni per circa 10 mila euro facendo saltare tutte le centraline finanche il sistema elettrico dell’organo all’interno della cattedrale. Su quella struttura risalente al 1600, dopo un periodo di forti polemiche tra Chiesa e Comune per stabilirne la proprietà, sembra essersi instaurata una pace armata che vive, però, di un precario equilibrio. Dalla Curia arcivescovile fanno sapere che quella che un tempo si chiamava esclusivamente Torre della Madonna, venne costruita con i soldi dei fedeli, comprando l’area e finanziando l’edificazione. Da ricerche fatte dall’amministratore dei beni ecclesiastici sembrerebbe che nel dopoguerra, il campanile, così come altre strutture, vennero accatastate come di proprietà comunale e la Curia non si accorse di quella che sembrerebbe essere stata una svista. Da allora è cominciata una sorta di convivenza dove sia Comune che la Chiesa conserva il diritto di passaggio per propri fini: il primo per il la gestione dell’orologio e per portare avanti la tradizionale cannonata del mezzogiorno, i secondi per la gestione delle campane. In passato le polemiche furono molte e vicende alla Don Camillo e Peppone furono frequenti; oggi quel braciere non è certamente spento e la Curia rivendica la necessità di stabilire ciò che secondo il proprio punto di vista è lo Stato del Diritto, ciò la proprietà sul campanile. “Circa 15 anni fa – fa sapere don Guido scotti, amministratore della torre – l’allora Vescovo Monsignor D’Antonio portò avanti una trattativa con l’amministrazione comunale dell’epoca che prevedeva quasi uno scambio al Catasto. La Curia cedeva due locali di sua proprietà all’interno dell’auditorio del Diocleziano e tornava proprietaria del Campanile. Tutto sembrava sistemarsi finché l’agenzia delle Entrate non pretese dalla Curia circa 200 mila euro per perfezionare quello scambio”. Per cui, anche quella trattativa fallì e ancora oggi ci si interroga: di chi è quella torre?