La febbre del West Nile in Italia: alta la soglia di attenzione per i diversi casi di contagio

5 Novembre 2011 0 Di redazione

Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Alta la soglia di attenzione per i diversi casi di contagio da febbre del West Nile, o virus del Nilo occidentale, in Italia. Ai 13 casi rilevati nelle settimane scorse se ne è aggiunto un altro degli ultimi giorni.
L’Ue il 3 novembre 2011 ha confermato 93 casi che sono stati segnalati casi di febbre West Nile umana nell’UE di cui 69 in Grecia, 14 in Italia e 10 in Romania. Nei paesi limitrofi, sono saliti a 155 i casi confermati di cui 2 in Albania, 4 nell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, 122 nella Federazione russa, 3 in Tunisia, 3 in Turchia e 21 in Israele.
Dall’ultimo aggiornamento il 27 ottobre, tre paesi hanno segnalato nuovi casi umani.
La Grecia ha riferito 2 casi nuovi umani, un’infezione neuroinvasive nella sezione centrale di Attika (prefettura di Attiki) e neuroinavsive non una infezione non specificando in quale regione. Ulteriori informazioni sull’infezione umana West Nile sono disponibile dal Ellenica Center for Disease Control and Prevention. Informazioni aggiuntive sull’infezione West Nile in equidi in prefettura Attica sono disponibile dall’ OIE.
In Italia al momento si contano 14 casi di cui 1 Provincia di Belluno, 1 in Provincia di Olbia, 3 in Provincia di Oristano, 1 in Provincia di Udine, 1 in Provincia di Pisa, 6 in Provincia di Treviso ed 1 in Provincia di Venezia. L’ Italia ha confermato 1 nuovo caso di infezione neuroinvasive da una nuova zona, la provincia di Udine. Ulteriori informazioni sull’infezione West Nile in equidi nelle province di Cagliari, Crotone, Gorizia, Messina, Matera, Nuoro, Oristano, Palermo, Pordenone, Treviso, Udine e Venezia sono disponibili dall’OIE (cfr. link qui sopra) e nel bollettino dell’Istituto G. Caporale.
Nei vicini paesi UE, Tunisia ha riferito laboratorio 3 confermato casi umani dalla provincia Kebili.
Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, ricorda che il virus del West Nile non si contagia tramite il contatto con le persone infette , ma è trasmesso da zanzare e zecche le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. La zanzara semplice (Culex) a sua volta viene infettata da volatili come cornacchie, corvi, gazze e piccioni. Il virus quindi, si sviluppa quando una zanzara o una zecca morde un uccello infetto e poi “pizzica” una persona o un animale, i quali sono “ospiti finali”, cioè non in grado di ritrasmettere il virus al vettore. Le zanzare portano la quantità massima di virus ad inizio autunno, mentre il rischio di contrarre la malattia diminuisce quando arriva il freddo intenso e le zanzare muoiono.
Biografia di un virus. Il virus era stato già isolato nel 1937 nel distretto di West Nile in Uganda, dove è stato isolato per la prima volta nel 1937 in una donna che soffriva di una febbre particolarmente alta. Negli anni ’50 è stato riscontrato in uccelli, zanzare e moscerini in Egitto diffondendosi, infine, anche in altri Paesi e diventando noto solo nel 2002, per aver scatenato un’epidemia negli Stati Uniti.
La maggior parte delle persone infette non mostra alcun disturbo o, al massimo, sintomi leggeri quali febbre, arrossamento degli occhi, mal di testa, dolori muscolari, nausea e vomito. Nei bambini è più frequente una febbre leggera. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave determinando, in extremis, casi di meningite.