Quando la recessione nasconde un complotto affaristico

7 Dicembre 2011 0 Di redazione

Dall’Ufficio Stampa Federcontribuenti riceviamo e pubblichiamo:
Per prima cosa è bene specificare che il nuovo Governo Monti, insediatosi a mo di coltre a coprire una situazione politica e amministrativa non più tollerabile, non va visto come un qualunque altro governo eletto dai cittadini. Monti, figlio di una delega, non può varare leggi di stampo politico come sta facendo, Monti aveva un solo compito, aggiustare gli errori del cadente governo Berlusconi e varare misure di contenimento in attesa di nuove elezioni. Cosa significa varare misure di contenimento in un momento di grave recessione economica? Significava mettere mano a tutte quelle norme invisibili ma radicali che hanno fatto della corruzione un elemento non più attaccabile dal punto di vista penale, così come per le norme sul riciclaggio e sulle tangenti.
A cominciare dalle Fondazioni politiche, dove si chiacchiera di affari e si aggiudicano appalti pubblici ai migliori offerenti e dove, dietro false e costosissime consulenze, si aggirano tangenti e servizi non sempre trasparenti. I soliti gruppi di potere, vecchi di decenni e tenuti al riparo da qualunque attacco politico e giuridico, a costo di modificare leggi e codici di diritto penale.
In un anno, questi gruppi di potere, costole partitiche, sottraggono al fisco italiano l’incredibile cifra di 600 miliardi di euro. Infatti è in queste fondazioni che troviamo tutti i big e i marchi dell’alta finanzia italiana e mondiale. Associati che ungono questo o quel partito, questo o quell’appalto. Quante volte le inchieste, anche recentemente, hanno affiancato nomi di spicco della criminalità organizzata a questo o quel politico di questa o quella fondazione? Il risultato? Lavoro nero, riciclaggio, tangenti, favori dal fisco e da quella stessa giustizia tributaria che da anni denunciamo essere in pieno conflitto di interesse perchè organo sotto il totale controllo del ministero dell’economia. Sotto accusa anche Equitalia Giustizia. Chiamata a gestire l’ingente patrimonio sottratto alla mafia, soprattutto all’ndrangheta: negli ultimi due anni sono stati recuperati, attraverso le confische, 4 miliardi; come, dove e chi decide l’utilizzo di questo incredibile patrimonio e perchè non viene riutilizzato per risanare i conti della nazione? Questi soldi non sono stati utilizzati nemmeno per salvare la commissione anticotraffazione e quella ancor più importante, l’Alto commissariato anticorruzione. Questo ultimo strategico organismo di vigilanza è stato così affossato: è passato da 120 funzionari a 3 magistrati in un sottoscala, per giunta, alle dipendenze del ministero della Funzione Pubblica, organismo da controllare.
Non ci stiamo a subire questa ingiustizia: questa recessione, questo complotto affaristico, intendiamo combatterlo. Per questo avvieremo una serie di studi di settore volti a svelare e scoprire i meccanismi contorti dell’economia nazionale. Partiremo proprio dalle fondazioni politiche.