A.S.La COBAS: “Marchionne dopo aver incassato il contratto unico si avvia alla chiusura degli stabilimenti!”

25 Febbraio 2012 0 Di Felice Pensabene

Secondo l’Amministratore delegato della FIAT il compito delle fabbriche italiane della Fiat sarà quello di rifornire il mercato Usa, ma se non accadesse  ci sarà la chiusura di  due dei cinque siti in attività. Solo pochi mesi fa, dopo aver sottoscritto l’accordo del contratto unico aziendale, firmato da FIM-UILM-FISMIC e UGL, che ha portato le condizioni dei Lavoratori e delle Lavoratrici indietro di almeno 3oanni e faceva promesse su grandiosi investimenti in Italia. Come avevamo previsto le promesse erano solo un modo per ingannare i Lavoratori e a farli accettare il contratto unico. Infatti il futuro della FIAT non è in Italia ma negli Stati Uniti.
La possibile chiusura degli impianti, secondo il capo della FIAT, dipende dalla garanzie di competitività che l’Italia e l’Europa, compresa la valutazione dell’euro, sapranno dare. Però l’avvertimento è lanciato e costituirà un macigno all’interno delle vicende del gruppo ,anche se Marchionne, rifiuta di dire quali sono gli stabilimenti a rischio. Gli stabilimenti che sembrano maggiormente minacciati sono quelli di Mirafiori e Cassino: il primo ormai chiuso quasi stabilmente per cassa integrazione e il secondo privo di un modello affidabile con un mercato di riferimento. Impossibile chiudere Pomigliano e difficile che la scelta cada su Melfi, che resta ancora uno degli impianti a più alta produttività della Fiat, forte della politica del “prato verde” che ne ha garantito l’avvio. Quanto alla Sevel di Atessa, si tratta di una società mista con Peugeot-Citroen e potrebbe essere prevista anche una cessione, ma si tratta di una produzione – il Ducato – che è tra le più redditizie.
L’A.S.La COBAS invita tutti i dipendenti FIAT a prendere coscienza di quanto sta avvenendo , di contrastare il contratto unico con la  lotta  e a mobilitarsi contro la chiusura degli stabilimenti.

A.S.La COBAS CASSINO