8 marzo Festa delle donne: giornata di lotta, ma anche di speranza per un mondo senza differenze

8 Marzo 2012 3 Di Felice Pensabene

8 MARZO “Festa della donna”, una ricorrenza che è passata attraverso vari aspetti nel corso degli anni. Da giornata di lotta, per l’emancipazione femminile, ad aspetti commerciali e di divertimento, forse dimenticando il vero significato della ricorrenza. Le origini della festa dell’8 Marzo, forse è bene ricordarlo, risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare.

Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire.

Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all’interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia. Quanto è rimasto, nelle coscienze civili, di quella data, di quell’episodio, ma soprattutto di quella lotta? Oggi, per effetto della grave crisi economica che attanaglia il nostro Paese, ma non solo l’Italia, sembra si sia tornato a ricoprire il giusto ruolo, di giornata di lotta e di tutela dei diritti di tutte le donne, per cui è nata quella giornata. La condizione delle donne nel mondo è ancora lontanissima dalla parità con il mondo maschile. Le donne sono le più penalizzate nel mondo del lavoro, nel far carriera, nei salari, nell’aiuto concreto delle Istituzioni, nel rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni individuo. Le donne lottano, oggi come ieri, per riaffermare un principio sacrosanto di uguaglianza, di libertà, ma purtroppo devono ancora fare i conti con le violenze fisiche e psicologiche di un mondo che le emargina dai processi produttivi e sociali. A loro si chiede di andare in pensione più tardi, dimenticando che il loro lavoro non è mai riconosciuto, come doppio lavoro. Lavoro dipendente e di madri, di mogli, fuori e dentro la famiglia. Oggi a queste donne, e tutte quelle che lo fanno nel silenzio delle mura domestiche, che lottano per conservare il loro posto di lavoro, alla Omsa, alla Golden Lady, alla Fiat, alla Luxottica, alla Tacconi, nella scuola, in tutti i settori produttivi, che deve andare il nostro augurio per una vera emancipazione, dove non vi siano più differenze con il mondo maschile, dove non sia una legge ad imporre ‘quote rosa’, ma la parità ed uguaglianza fra persone, fra cittadini oltre ogni differenza ‘di sesso, razza, opinione politica’. A loro va il nostro augurio per creare insieme un mondo migliore. Qualcuno ha scritto:” Lasciamo, oggi,  i fiori sugli alberi e ad una DONNA regaliamo dignità, rispetto e sorrisi! Non un giorno, ma tutta la vita!” Credo non vi sia augurio più bello!

F. Pensabene