Droga, armi, estorsioni, venti arresti nell’operazione “Officina del Crimine”. Duro colpo al clan Belforte

17 Maggio 2012 0 Di redazione

In particolare le indagini accertavano che la reggenza del clan Belforte era stata assunta da Napolitano Felice, classe 1963, alias “Capitone”, elemento di maggior spessore criminale in libertà in quel periodo, il quale, benchè sottoposto agli arresti domiciliari, teneva le fila dell’organizzazione dirigendo e pianificando, attraverso Piccolo Gaetano alias “Tavernello”, le attività criminali del gruppo (il primo arrestato lo scorso aprile per 416bis). La parte esecutiva delle azioni estorsive, invece, era affidata a Belgiorno Massimo, Della Ventura Fulvio e Anziano Giovanni, cui era stato consegnato anche un meticoloso elenco degli imprenditori da estorcere, poi sequestrato dalla Squadra Mobile all’interno dell’officina del Belgiorno.

Le indagini hanno permesso di ricostruire decine di episodi estorsivi perpetrati con metodologia tipicamente camorristica, come il blocco dei lavori, prevalentemente in danno di cantieri edili di Caserta, San Nicola la Strada, San Marco Evangelisa, Marcianise. Alle vessazioni non sfuggiva neppure l’impresa appaltatrice dei lavori per la realizzazione del comando dei vigili urbani di San Nicola la Strada. Anche imprenditori di altri comparti economici erano oggetto delle vessazioni camorriste: aziende di noleggio video giochi, ambulati del mercato di Marcianise, ciascuno dei quali costretto a versare la somma di 125 euro, ditte di installazione di luminarie, gommisti, una rivendita di caravan e di articoli da campeggio. Peraltro, molti di essi, a conferma dello stato di assoggettamento omertoso in cui versano le popolazioni del comprensorio, si rifiutavano di collaborare con gli investigatori, nonostante l’evidenza delle circostanze emerse dalle inequivocabili fonti di prova acquisite che confermavano un capillare e asfissiante controllo del territorio da parte del clan.

Le indagini hanno svelato, altresì, un ulteriore e lucroso affare controllato con piglio manageriale dai Belforte, cioè il traffico di cocaina. Infatti, è stata accertata l’esistenza di una diffusa e capillare rete,articolata in distinte piazze di spaccio, alimentata dai referenti del clan. La gestione del mercato dello stupefacente, prevalentemente cocaina ma anche crack e, in misura minore, hashish, era stata affidata dal clan Belforte al referente Bruno Antonio, detto “Carusone”, che l’aveva mantenuta sino al suo arresto, avvenuto nel luglio del 2007. Poi, era subentrata la gestione del tipo “familiare” del gruppo Della Ventura, essendo divenuto Della Ventura Fulvio, quale nuovo referente del clan, il concessionario dell’attività di gestione del mercato della cocaina, organizzata e diretta insieme a Belgiorno Massimo.

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