“Easy Enter”, la Guardia di Finanza scopre agenzia per l’immigrazione clandestina di cinesi. Arrestati i responsabili

26 Giugno 2012 0 Di redazione

I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Frosinone, hanno arrestato, su ordine del G.I.P. del Tribunale di Frosinone, due coniugi cinesi, residenti a Veroli (FR), accusati di aver gestito, da anni, l’immigrazione illegale di cittadini cinesi poi dirottati in tutta Italia.

La grave accusa (sanzionata con la reclusione da 5 a 15 anni di carcere) è stata formulata dalle Fiamme Gialle ciociare al termine di un’indagine, denominata “easy enter”, durata quasi un anno e coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone, che ha preso in esame oltre 250 posizioni di cinesi immigrati in Provincia di Frosinone e che ha permesso di accertare come i coniugi quarantenni avevano costituito una vera e propria “agenzia” per l’immigrazione clandestina, garantendo in modo costante i flussi migratori illegali.

Il meccanismo illecito consisteva nel produrre false richieste nominative di lavoro subordinato (soprattutto per esercitare le mansioni di colf o badanti) a nome di alcuni cittadini italiani i quali, tuttavia, in molti casi erano completamente all’oscuro di tale loro istanza. Tale richiesta nominativa di lavoro costituisce presupposto per l’ottenimento del permesso di soggiorno in Italia, ottenuto il quale il cittadino cinese si recava clandestinamente in altre aree del Paese (in particolare in Toscana) o dell’Unione Europea.

L’organizzazione poteva contare su basi ubicate in Cina, costituite da propri familiari, i quali una volta individuati i soggetti interessati a tali illecite migrazioni, li segnalava agli arrestati, mettendoli in contatto con essi. Una volta perfezionato l’accordo veniva ad essi richiesto un corrispettivo in Cina, per l’attività illecita di cui beneficiavano, quindi veniva avviato l’iter in Italia per l’ottenimento del permesso di soggiorno.

I coniugi arrestati, formalmente titolari di un ristorante, potevano inoltre fare affidamento sull’opera prestata dai loro consulenti, perfettamente consapevoli delle illegalità perpetrate.

La Guardia di Finanza ha eseguito numerose perquisizioni presso le abitazioni dei responsabili dell’attività illecita e presso le attività ad essi facenti capo, allo scopo di trovare tracce utili a sviluppare i nuovi fronti sui quali si stanno concentrando attualmente le indagini: eventuali connivenze di pubblici funzionari e destinazione delle provviste illecite accumulate quale corrispettivo per tale illecita attività.

Rilevanti i danni economici provocati dall’organizzazione sul sistema produttivo “legale”: mano d’opera a basso costo sempre disponibile, che poneva fuori dal mercato le imprese che assumono regolarmente i propri dipendenti.