In settanta hanno partecipato alla “Salita al Monte(Cassino)”

11 Luglio 2012 0 Di redazione

Si è svolta con pieno successo la prima edizione della “Salita al Monte”, organizzata dalla Fondazione San Benedetto in occasione della ricorrenza dell’11 luglio, festa di S. Benedetto. Un nutrito gruppo di circa settanta persone si è radunato di buon’ora davanti alla Chiesa Madre, luogo del raduno; era presente il Sindaco Giuseppe Golini Petrarcone, che ha compiuto tutta la Salita, e a salutare i partenti anche la dott.ssa Iris Volante, Commissario del Parco dei Monti Aurunci, nel cui ambito si trova il Monumento naturale di Montecassino. Il gruppo, attraverso via Pinchera e un tratto della statale per Montecassino (SS 149) ha imboccato la vecchia mulattiera lastricata in pietra ed ha percorso a piedi il sentiero di S. Benedetto, richiamando alla memoria le passate tradizioni e seguendo gli antichi tracciati. Durante il tragitto ci si è soffermati nei luoghi tanto cari alla tradizione benedettina con richiami storici nei “Punti” ben segnalati dai cartelli; altri momenti sono stati dedicati alla riflessione e al raccoglimento.

Un’atmosfera bellissima, sia sul piano meteorologico e paesaggistico che psicologico e spirituale. Arrivati in cima al Monte, una breve meritata sosta è stata effettuata presso la casa S. Antonio Abate, dove la provvida Caritas diocesana ha rifocillato i pellegrini con generosità. Poi il gruppo è ripartito per l’abbazia e al portone d’ingresso PAX è stato accolto e benedetto, in un suggestivo, indimenticabile momento, dal Priore dell’Abbazia Dom Giuseppe Roberti e dal Presidente della Fondazione Dom Luigi Maria Di Bussolo. Alle 10.30 tutti nella Basilica Cattedrale per la solenne Celebrazione eucaristica, animata dal Coro S. Giovanni Battista Città di Cassino, diretto dal M° Fulvio Venditti e accompagnato all’organo dal M° Michele D’Agostino. A presiederla è stato invitato dall’abbazia, particolarmente impegnata a lavorare per l’unità, l’Abate Presidente della Congregazione Sublacense Bruno Marin. Egli, nell’omelia ha salutato la Comunità monastica, le consorelle benedettine intervenute, i sacerdoti diocesani, i seminaristi e i fedeli, riservando un pensiero speciale, “affettuoso, fraterno e filiale”, per l’Abate Pietro Vittorelli, “che in questo momento vive una situazione difficile”, sapendo che “anche lui è unito a noi in questo momento”. Commentando poi le letture liturgiche, il brano del Siracide sul Sommo Sacerdote “riparatore del tempio” e il brano evangelico delle beatitudini, ha fatto notare che il Sommo Sacerdote non appare come personaggio trionfale, ma umile, mite, affamato e assetato di giustizia e le beatitudini “dicono in filigrana tutta la vita di Gesù”. La salvezza scaturisce attraverso l’umiltà, la pazienza e l’amore fraterno. Così la vita dei santi, e quella di S. Benedetto in particolare, è una “viva lectio” della Parola di Dio, Parola che egli fa risplendere con la sua vita. La Parola di Dio, ha ribadito, è annunciata nella misura in cui è testimoniata, e Benedetto è un testimone splendido, anche in questi tempi in cui si parla di “nuova evangelizzazione”. L’attuale crisi non si supererà solo attraverso le riforme, pur necessarie, ha concluso il presidente, ma “attraverso il cambiamento di ognuno di noi, responsabilizzati per la nostra vocazione”.
Al termine della celebrazione, il gruppo dei pellegrini è stato guidato dal Priore D. Giuseppe sulla tomba del Santo per un momento di conoscenza e di preghiera.