Parte il progetto della “Casa dell’Acqua”. Consales: “Obiettivo ridurre i rifiuti in plastica e privilegiare l’acqua delle nostre sorgenti”

19 Luglio 2012 1 Di Felice Pensabene

«Con questa iniziativa tutti i cittadini contribuiranno a ridurre i rifiuti in plastica e a riscoprire le bottiglie da ricarica e non più usa e getta. Insomma come una volta si tornerà direttamente alla fonte per prendere l’acqua delle nostre sorgenti. E’ questo anche un primo passo per raggiungere l’obiettivo fondamentale della riduzione degli imballaggi che sarà completato con l’avvio della raccolta porta a porta». Con queste parole l’assessore all’ambiente del Comune di Cassino, Riccardo Consales annuncia il progetto delle casa dell’acqua pubblica. Con la pubblicazione del bando pubblico, infatti, si è aperta la procedura pubblica per la concessione di un primo distributore di acqua pubblica, che verrà installato a Cassino in piazza Nicolas Green, e che avrà come principale obiettivo quello di promuovere l’uso dell’acqua di rubinetto. Le Case dell’Acqua sono nate per promuovere il servizio fornito dagli acquedotti pubblici. La particolarità sta nel fatto che l’acqua distribuita è refrigerata e può essere naturale o frizzante, secondo i gusti. Attualmente ci sono circa 200 impianti attivi in tutte le regioni e altri 50  sono prossimi all’apertura. La  diffusione è soprattutto al Nord, in particolare in Lombardia e nel Piemonte, ma il fenomeno si va estendendo anche nel Centro e nel Sud. Le campagne di comunicazione avviate da alcuni marchi della grande distribuzione e dai produttori di acque in bottiglia in questi giorni, hanno riaperto le polemiche sulla qualità dell’acqua di rete. Il successo delle Case dell’Acqua è una risposta. Basti  pensare ai numeri da record dell’impianto di Sesto San Giovanni: 6.800 litri al giorno erogati in alcune date di luglio, e una media annuale di 4.000 litri al giorno. «È ancora troppo diffusa in Italia l’errata convinzione che l’acqua di rete sia di serie B: non è così» sottolinea  Riccardo Consales, Assessore all’ambiente del Comune di Cassino. «Ci tengo  a sottolineare che le analisi qualitative fatte da noi sono molto più frequenti rispetto a quelle previste per l’acqua in bottiglia». Se pensiamo che meno del 20% delle bottiglie d’acqua vendute in Italia viaggia su rotaia, è facile intuire la densità dei Tir in circolazione sulle  strade. L’acqua dell’acquedotto è invece un ecopass naturale, che non costa nulla. Soprattutto nella nostra città, dove sono presenti le sorgenti più grandi d’Europa».   Meno plastica prodotta e da smaltire, meno tir per strada per trasportare bottiglie, meno danni all’ambiente in termini di emissioni di CO2 e. Più soldi nel portafogli. Si spiega così il fatto che, negli ultimi 4 anni, 7 milioni di italiani hanno scelto di tornare a bere acqua del rubinetto. Ma la strada è lunga: ancora un italiano su tre non si fida dell’acqua del rubinetto (dati Istat – Annuario degli indicatori ambientali 2007). Così, acquistiamo 12,5 miliardi di litri acqua in bottiglia (195 lt a testa, ci battono gli abitanti di Emirati Arabi con 260 lt e Messico con 205) all’anno (dati Rapporto Beverfood; 2009-2010). E ciò nonostante la comodità dell’acqua di casa, il fatto che sia controllata spesso e il risparmio notevole: in media l’acqua del rubinetto costa 0,5 millesimi di euro al litro, quella minerale circa 1.000 volte di più (stime Eurispes, Rapporto Italia 2008).  Dal punto di vista ambientale, 12,5 miliardi di litri di acqua in bottiglia hanno comportato l’uso di circa 365 mila tonnellate di Pet, un consumo di 693 mila tonnellate di petrolio e l’emissione di 950 mila tonnellate di CO2 in atmosfera. Solo il 35% degli imballaggi in plastica sono raccolti in modo differenziato e avviati al riciclaggio: il restante 65 % finisce in discarica o al recupero energetico. C’è di più il 18% delle bottiglie di acqua minerale viaggia su ferrovia, il restante 82% viaggia su Tir con conseguente consumo di gasolio e produzione di CO e polveri sottili. Il bando scadrà il giorno 20 del mese di agosto e verso la fine di settembre, si arriverà alla installazione della prima casa dell’acqua che tanto successo sta riscoprendo in molte città italiane.

I vantaggi delle Case dell’Acqua

Ogni Casa dell’Acqua eroga in media 2500 litri al giorno che corrispondono a circa 1700 bottiglie di plastica da 1,5 litri. In un anno, quindi, prelevando l’acqua dalle Case dell’acqua non si utilizzano circa 620 mila bottiglie. In numero di mezzi pesanti circolanti per il trasporto delle confezioni, significa 65 tir in meno su strade e autostrade. Approvvigionandosi a una Casa dell’Acqua, ogni anno, si evita di produrre (e smaltire) 20 tonnellate di Pet e, di conseguenza, si risparmiano 35 tonnellate di petrolio e 300 metri cubi di acqua.  In atmosfera si andranno a risparmiare circa 30 tonnellate di anidride carbonica (CO2), 350 chilogrammi di monossido di Carbonio (CO).  Le Case dell’Acqua in questi anni sono diventate anche un punto d’informazione ed aggregazione, luogo di socializzazione, di scambio di informazioni e promozione della cultura del risparmio idrico. Qui vengono organizzati momenti d’incontro, promossi appuntamenti ed eventi a tema.