Nuovo parco pubblico a Tarquinia tra via Bruschi Falgari e via Ripagretta

10 Agosto 2012 0 Di redazione

Concluso il recupero dell’area verde, compresa tra via Bruschi Falgari e Via Rpagretta. L’intervento, promosso dall’assessorato ai lavori pubblici del Comune di Tarquinia, ha permesso di completare la riqualificazione della zona, iniziata con il restauro e il consolidamento della cinta muraria. Abbandonata per anni nel degrado, l’area verde è stata valorizzata realizzando un sentiero pedonale, installando panchine e una staccionata e creando aiuole con piante e arbusti tipici della macchia mediterranea. Tre gli ingressi segnalati ognuno da un cipresso. Rinnovata anche l’illuminazione delle mura, con il posizionamento a terra di punti luce di ultima generazione. «Abbiamo trasformato un luogo lasciato nell’incuria in un fiore all’occhiello del centro storico. – dichiara l’assessore Anselmo Ranucci – Sono quindi molto soddisfatto, perché abbiamo creato una vasta area verde a ridosso della cinta muraria che comprende questo nuovo giardino e il parco detto delle Mura». L’assessore Ranucci difende poi l’operato dell’Amministrazione in tema di verde pubblico: «Sorrido nell’ascoltare chi parla di pini abbattuti ingiustamente. Non mi diverto a tagliare gli alberi. Sono invece l’amministratore che ha messo a dimora più piante e creato più parchi. Ogni intervento è stato svolto sempre con grande attenzione, con il conforto di pareri di tecnici e agronomi, sempre per evitare l’abbattimento. Su questo argomento però non si può scherzare, perché prima di tutto viene la sicurezza dei cittadini che non può essere messa a repentaglio da chi gioca a fare l’ambientalista. Come per il parcheggio alla circonvallazione Vincenzo Cardarelli, anche per questo giardino sono state messe a dimora molte piante. Quando iniziamo un’opera, lo facciamo con tutti i permessi e le carte in regola, soprattutto in luoghi che richiedono autorizzazioni particolari da parte della Soprintendenza. Dietro ogni progetto c’è il lavoro di seri professionisti, criticati senza motivo da chi di mestiere fa il “tuttologo” o lo “spara sentenze”».