Aziende italiane in crisi anche all’estero: istanza di fallimento per la slovacca Slotex di proprietà dell’italiana Eurotessil

13 Settembre 2012 0 Di redazione

Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Delocalizzano, spostano la produzione all’estero e poi se gli va male falliscono. Sono tante le aziende italiane del TAC (Tessile, Abbigliamento, Calzaturiero) che hanno deciso la politica della smobilitazione, fuggendo dall’Italia alla spasmodica ricerca di profitto, magari dopo aver preso soldi pubblici per “salvare” la propria produzione nel paese d’origine, ma che quatti quatti lasciano il Belpaese verso mete che consentono un abbattimento dei costi di produzione per il minor costo della manodopera e del peso del fisco.

È per tali ragioni che lo “Sportello dei Diritti” ha avviato una vera e propria campagna in favore del TAC italiano denunciando tutte le anomalie da parte di quegli imprenditori che se ne sono andati a cercare miglior fortuna all’estero ed in particolare nell’Est dove alcuni stati, tra cui la Slovacchia concedono ancora grandi vantaggi agli investitori stranieri per attrarre i loro capitali.

Così abbiamo appreso la notizia di una società slovacca, la Slotex Fashion di Vranov nad Toplou (regione di Presov) che risulterebbe di proprietà di una certa Eurotessil di Rosà, in provincia di Vicenza, per cui è stata avviata la procedura di fallimento e che ha lasciato, di fatto a casa 180 dipendenti non avendo pagato gli stipendi di giugno, luglio e agosto, oltre ai due mesi di legge di fine rapporto, oltre ai contributi sanitari e sociali. Tutto ciò mentre la società italiana avrebbe spostato la propria produzione in Romania.

Tali fatti, avrebbero convito i sindacati della Slovacchia ad una mobilitazione anche per impedire che in futuro il governo non si dia da fare solo per creare le giuste condizioni per attrarre gli investitori, ma anche per adottare le misure per garantire che la gente non perda quei posti di lavoro creati dalle aziende straniere.

Anche per queste ragioni, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, è convinto che il nostro governo non possa più tacere su quanto accade alle imprese nostrane che decidono d’investire e che fanno profitti all’estero a danno delle economie dei nostri territori.