Sanità Lazio: il San Raffaele di Cassino e Viterbo chiuderanno nei prossimi giorni. 700 lavoratori a rischio licenziamento

26 Novembre 2012 1 Di Felice Pensabene

Un’altra tegola si abbatte sulla già disastrata sanità del Lazio, i centri di riabilitazione San Raffaele di Cassino e di Viterbo nei prossimi giorni chiuderanno i battenti e i settecento dipendenti perderanno il posto di lavoro, senza contare il disagio per gli utenti e le loro famiglie. L’emanazione dei decreti 348 e 349 in materia di tagli alla sanità privata ha fatto scoppiare il caos. Il gruppo San Raffaele, che rivendica arretrati per 260 milioni per prestazioni già erogate, annuncia la chiusura delle due strutture di Cassino e Viterbo con la riserva di estendere il provvedimento a tutte le altre cliniche che si trovano nella regione.  La scure del commissario per la sanità della Regione Lazio, Enrico Bondi, si abbatte su case di cura, cliniche e ospedali privati e religiosi. Un taglio del 7% ai budget che scatta già per il 2012 e che riguarda le retribuzioni per le prestazioni in convenzione come lungodegenza, riabilitazione o ricoveri per acuti. Anche Federlazio Salute fa sapere che ci saranno migliaia di licenziamenti. Il commissario per l’attuazione del piano di rientro del Lazio è stato nominato proprio per riportare i conti sotto controllo, adesso deve fare i conti con le barricate alzate dalle strutture private. L’Aris, l’associazione degli ospedali religiosi, ha annunciato proteste che arriveranno fino ai livelli più alti delle istituzioni. Una situazione divenuta esplosiva che ha visto nei mesi scorsi le proteste dell’intero comparto sanitario laziale. Mercoledì  erano scesi in piazza i lavoratori dell’Idi San Carlo, senza paga da agosto, che hanno occupato l’Aurelia. Il Gruppo San Raffaele invece si è appellato al presidente della Repubblica Napolitano e ha già preparato le lettere di licenziamento. Riguardano chi lavora nella clinica San Raffaele di Cassino e nel Centro di Riabilitazione Villa Buon Respiro di Viterbo. La chiusura comporta la cessazione di 273 prestazioni ospedaliere quotidiane, anche per gravissime cerebrolesioni; 130 per stati vegetativi e malati terminali; 325 prestazioni ambulatoriali per bimbi disabili. «Purtroppo – fa sapere l’azienda – comporta anche il licenziamento di quasi 700 lavoratori operanti nelle due strutture». Tutti a casa, pazienti e lavoratori, entro quindici giorni, «nella impossibilità di continuare a finanziare con risorse proprie la continuità assistenziale». «Abbiamo comunicato alle autorità competenti la cessazione delle attività di Cassino e Viterbo», conclude il gruppo San Raffaele. Particolarmente duro è anche Enzo Colaicomo, presidente di Federlazio Salute: «È inaccettabile, irricevibile, pericoloso per l’assistenza sanitaria ai cittadini, non più a rischio, ma con la certezza della chiusura di decine di strutture della sanità privata in convenzione con perdita di migliaia di posti di lavoro. Ci si rende conto a quali rischi sociali si sta andando incontro?».

F. Pensabene