Federasma denuncia: i soliti “regali di Natale” cancellata l’asma dalle invalidità civili

20 Dicembre 2012 0 Di Felice Pensabene

Il decreto n. 507, di fatto, cancella l’Asma  dalla tabella indicativa delle percentuali di invalidità. Scaricato sui pazienti e sulle loro famiglie il peso di questa malattia cronica e invalidante.

Nello schema di decreto ministeriale n. 507, concernente l’approvazione delle nuove tabelle indicative delle percentuali di invalidità per le menomazioni e malattie invalidanti, la Commissione istituita presso il Ministero della Salute, ha previsto solamente una voce riferita all’ “asma lieve”, assegnando una percentuale di invalidità che va da un minimo del 10% ad un massimo del 20% trascurando completamente tutti i successivi gradi di gravità dell’ASMA che possono determinare anche il 100% di invalidità.

FEDERASMA Onlus, ha ripetutamente chiesto al Ministro Balduzzi di fare chiarezza sulla decisione presa dalla Commissione di esperti incaricata della revisione delle tabelle di invalidità.

“Le risposte fornite dal Ministero sono del tutto insoddisfacenti” – dichiara Sandra Frateiacci Presidente FEDERASMA Onlus – “alla nostra richiesta di convocazione di un tavolo tecnico ministeriale, per fare chiarezza sulle modalità di accertamento della patologia e ridefinire i codici e i livelli di invalidità ad essa corrispondenti prima che le nuove tabelle vengano riproposte per la loro approvazione, avvalendosi della partecipazione di specialisti pneumologi ed allergologi dell’adulto e del bambino, dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, il Ministero della Salute risponde che: nel paragrafo “Criteri e modalità di applicazione” si prevede il ricorso analogico per le menomazioni analoghe o di analoga gravità se l’infermità non risulta elencata. Ci domandiamo” – prosegue Sandra Frateiacci  – “perché i pazienti affetti da ASMA, patologia universalmente riconosciuta con questo nome, debbano dover ricorrere, per accertare la loro patologia a “menomazioni analoghe” quando sarebbe bastato semplicemente chiamare la malattia con il suo nome: ASMA,  anche per i livelli di gravità superiori al 20% di invalidità?”.

A distanza di 20 anni dal riconoscimento dell’asma tra le malattie croniche ed invalidanti, e dopo aver lavorato in tutti questi anni per un aggiornamento dei livelli di invalidità che tenessero conto, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche, delle reali condizioni di gravità in cui versano i pazienti affetti dalla malattia, specie nelle sue forme più gravi, ci troviamo oggi a vederla di fatto “scomparire” dallo schema di decreto ministeriale. Tutto questo nonostante nella relazione sullo stato sanitario del Paese 2009-2010, si evidenzi come l’asma interessi il 6,10% della popolazione generale e, insieme alle allergie, rappresenti la prima causa di malattia cronica nella fascia di età pediatrica da 0 a 14 anni.

È inoltre singolare che, mentre si dichiara che i livelli di invalidità relativi all’asma vengono valutati secondo le Linee Guida GINA, nella tabella dello schema di decreto n. 507 non vengano poi previste tutte le forme più gravi della malattia. Inoltre, per l’unica voce prevista, si fa riferimento a test funzionali e condizioni che non tengono conto dell’impossibilità, in particolare per la fascia di popolazione pediatrica in età prescolare, di poter essere eseguiti, escludendo così questi bambini dal riconoscimento della condizione invalidante, ben sapendo invece che la malattia può generare danni funzionali che incideranno negativamente sul bambino e sulla sua futura capacità e funzionalità polmonare nell’età adulta.

“C’è da considerare che l’obiettivo primario per il paziente asmatico è quello di raggiungere e mantenere il miglior controllo possibile dei sintomi e della funzione respiratoria, grazie anche ad elevati livelli di terapia, e che un paziente con asma grave può avere una funzione polmonare normale o quasi, anche se ha una frequenza elevata di riacutizzazioni, molti sintomi, e importanti limitazioni nella vita quotidiana” – sottolinea il Prof. Pierluigi Paggiaro referente delle Linee Guida GINA Italiane e componente il Comitato Esecutivo Internazionale GINA – “Per questo motivo, la gravità dell’asma non può essere valutata solamente in base alla spirometria, ma anche su parametri clinici che tengano conto della sua variabilità (da individuo a individuo e, nel tempo, nello stesso individuo) e sulla concomitanza nel determinismo della malattia di svariati fattori etiopatogenetici. La letteratura internazionale (e le stesse Linee Guida GINA a cui sembra si sia riferito l’estensore della Tabella di Invalidità) dice chiaramente che pazienti con asma grave possono avere funzione polmonare normale o poco alterata. Quindi usare solo la spirometria per valutare la gravità dell’asma è estremamente riduttivo e penalizza fortemente chi presenta una scarsa alterazione della spirometria classica, a fronte di molti altri indici clinici e funzionali fortemente compromessi che si associano ad una marcata invalidità”  “Infine “ – sottolinea ancora il Prof. Paggiaro – “la dizione utilizzata nella tabella (BPC asmatica) è completamente inappropriata e non è presente in nessuna delle classificazioni internazionalmente accettate della gravità dell’asma.”

FEDERASMA Onlus e le Associazioni dei pazienti ad essa aderenti auspicano che il Ministro Balduzzi si faccia carico della nostra richiesta manifestando così la Sua attenzione ai problemi da noi evidenziati che, se non risolti, peseranno sulla vita di milioni di cittadini italiani. FEDERASMA Onlus – Federazione Italiana delle Associazioni di Sostegno ai malati asmatici e allergici è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale che dal 1994 riunisce le principali Associazioni Italiane di pazienti che sostengono la lotta all’asma e alle allergie ed è attiva, con numerose associazioni territoriali affiliate, in azioni di tutela dei malati allergici e asmatici.

Sandra Frateiacci

Presidente FEDERASMA Onlus

sandra.frateiacci@gmail.com