No alla chiusura del San Raffaele, ma sbloccare 850mln di euro per la sanità regionale

3 Dicembre 2012 1 Di Felice Pensabene

Oggi manifestazione di protesta contro la chiusura del San Raffaele di Cassino. Il corteo di oltre mille persone, ingrossato da dipendenti, familiari e semplici cittadini è partito dalla sede del San Raffaele si è snodato fino al Comune dove, per oggi pomeriggio, è prevista la Consulta dei sindaci proprio sull’argomento.  Sono  partiti dalla sede della casa di cura in  via Di Biasio per  raggiungere piazza De Gasperi . Uniti, operatori, medici e famiglie degli utenti che utilizzano la struttura di Cassino per le cure riabilitative, tanti amministratori comunali di Cassino, i sindacati hanno voluto dire un chiaro e forte “No alla chiusura del San Raffaele” per l’importanza che il presidio di Cassino riveste per molti pazienti e per i lavoratori di tutto il comparto. Un chiaro e forte NO al licenziamento di circa quattrocentocinquanta  dipendenti che operano nella struttura. “L’amministrazione comunale è vicina a voi lavoratori. Sono convinto – ha detto il sindaco Petrarcone – che  con queste manifestazioni e con le delibere che andiamo ad adottare e con gli incontri nelle sedi preposte, possiamo portare avanti questa battaglia in difesa del nostro territorio e dei lavoratori”. In centinaia, si sono raccolti sotto il Comune della Città Martire al termine del corteo in difesa della clinica San Raffaele, dopo la decisione di chiusura presa dal Gruppo Tosinvest. “I tagli del governo centrale – ha aggiunto Petrarcone – hanno causato una situazione difficile non solo nella sanità pubblica, ma anche in quella privata. La riunione di oggi della Consulta dei sindaci – ha concluso il primo cittadino – ha l’obiettivo di fare fronte comune per portare avanti questa battaglia. Siamo convinti che in questo modo riusciremo a trovare la soluzione più adeguata”. La mobilitazione non ha riguardato solo Cassino, ma tutte le strutture del gruppo.  Il Comitato per la Difesa del San Raffaele ha cominciato oggi “l’occupazione permanente del Dipartimento di Riabilitazione delle Disabilità dello Sviluppo dell’Irccs San Raffaele Pisana con la conseguente sospensione dell’attività del reparto di Day Hospital e delle prestazioni ambulatoriali di riabilitazione estensiva”.  Già  la scorsa settimana la mobilitazione aveva fatto sentire la sua voce dinanzi alla sede del Consiglio regionale ed in molti avevano manifestato il loro dissenso contro i tagli del nuovo Commissario straordinario alla sanità della regione Lazio, Enrico Bondi, nominato dal governo Monti.  A distanza di una settimana dall’annuncio della cessazione delle attività delle strutture del San Raffaele di Cassino e del centro di Riabilitazione Villa Buon Respiro di Viterbo, l’azienda sanitaria privata annuncia, ora, anche  la cessazione delle attività sanitarie della struttura di Montecompatri. All’azienda, spiega una nota, “non è stata fornita, dalla Regione Lazio, alcuna risposta concreta circa la corresponsione, in questo primo momento, almeno di quanto necessario al pagamento degli stipendi e dei fornitori di medicinali e presidi necessari per l’assistenza medica, come, peraltro, sollecitato anche dai Prefetti di Roma, Frosinone e Viterbo. La proprietà è bene ricordarlo vanta nei confronti della Regione Lazio crediti  per oltre 260 milioni di euro. Del resto in molti hanno denunciato l’allegra gestione della sanità regionale da parte dell’ex governatrice Polverini  che, nonostante la situazione esplosiva  dell’intero comparto sanitario, tiene bloccati oltre 850 milioni di euro. Una lotta di operatori, utenti e famiglie per tutelare un prezioso patrimonio comune, che si rischia di disperdere e le cui conseguenze  ricadranno sui pazienti e sulle loro famiglie, oltre che sul futuro di migliaia di lavoratori.

F. Pensabene

Foto A. Ceccon