Ammorbidenti: aumentano le allergie nei neonati e nei bambini da detersivi sempre più profumati

11 Gennaio 2013 0 Di Felice Pensabene

Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo.

La tendenza tutta moderna alla iper profumazioni dei prodotti detergenti sia per la cura e la pulizia della persona, della casa, ma anche degli indumenti sta causando non pochi effetti collaterali nei confronti della popolazione, specie nei bambini e nelle donne che sono più delicati e maggiormente a contatto.

Il caso degli ammorbidenti utilizzati normalmente nei detersivi per gli indumenti è emblematico per le possibili conseguenze provocate, in particolare sulla epidermide dei neonati e dei bambini che come è noto è molto delicata e sensibile alle sostanze chimiche in generale. Le allergie cutanee causate dall’uso di queste sostanze che vengono aggiunte nel risciacquo degli indumenti, appunto per renderli più morbidi, sono note in allergologia.

Dev’essere precisato in prima istanza che l’uso di ammorbidenti può essere tranquillamente evitato, sia perché soventemente l’acqua erogata dal rubinetto di casa non è sempre “dura”, ossia contiene sali minerali, su tutti il carbonato di calcio, ma anche perché esistono dei sostituti naturali e tra questi l’aceto e l’acido citrico. L’acqua viene considerata “dura” sopra i 32° francesi, mentre sotto la soglia di 14° francesi è considerata “dolce”.

L’utilizzo indiscriminato di ammorbidenti profumati da anni a questa parte è tangibile maggiormente nelle aree più urbanizzate dove gli effluvi odorosi del bucato steso all’aperto si disperdono in vaste aree anche per 300-600 metri di distanza dal luogo ove è posto, e  si cumulano tra loro. Al contempo i capi di abbigliamento sottoposti a tali tipo di trattamenti profumano del prodotto anche dopo lavaggi su lavaggi.

Per non parlare della contaminazione delle acque di scolo che vanno a finire nei fiumi e nel mare perché non sempre completamente depurate dalle sostanze contenute con conseguente dispersione nell’ambiente in cui viviamo.

Ma venendo all’aspetto che più direttamente coinvolge la salute dei consumatori, al di là dei soggetti specificatamente allergici che naturalmente dovrebbero evitare il contatto anche solo olfattivo con gli ammorbidenti, vi sono, come detto, altre categorie molto esposte ed in particolare le casalinghe che respirano i vapori soprattutto durante la fase di stiratura, i neonati e i bambini che indossano i capi e li hanno a contatto della propria pelle giorno e notte.

È chiaro che la gran parte delle industrie produttrici di ammorbidenti rispetta la normativa europea e italiana vigente in materia, anche se sarebbe il caso, dato il crescente numero di allergie di adottare parametri ancora più stringenti specie per i capi che entrano a contatto con i soggetti più delicati ed esposti.

Il consiglio di Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, per ovviare agli effetti collaterali dell’utilizzo di tali prodotti è quello di lavare gli indumenti di neonati e bambini con detergenti naturali e risciacquarli più volte per eliminarne i residui.