Le aziende inscatolate della malavita, la Dia di Salerno sequestra 5 società e arresta un imprenditore

15 Gennaio 2013 0 Di redazione

Il contrasto alla Camorra passa attraverso colpi inferti al suo portafogli e per questo, dopo i beni confiscati ai Casalesi ieri nel Lazio, è la volta oggi, di un ingente sequestro a Salerno dove la Direzione Investigativa Antimafia diretta dal Tenente Colonnello Francesco Saponaro ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari e di sequestro preventivo di cinque aziende emessa dal gip del Tribunale di Salerno nei confronti di Francesco Marrazzo 55 anni, imprenditore edile già impegnato anche nei lavori di costruzione di Piazza della Libertà in Salerno.
Le difficili e certosine indagini hanno preso avvio a seguito dell’emissione da parte del Prefetto di Salerno nell’anno 2006 di un provvedimento interdittivo antimafia e nell’anno 2008 dall’avvio di un procedimento di prevenzione. Gli accertamenti investigativi condotti dalla D.I.A. e coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia hanno permesso di accertare, attraverso una serie di prove incontrovertibili (intercettazioni telefoniche ed ambientali – attività di osservazione presso i cantieri aperti – analisi documentali – dichiarazioni di collaboratori di giustizia), la volontà di Francesco Marrazzo, imprenditore operante nell’agro nocerino – sarnese che da tempo si legava ai vari gruppi criminali di riferimento territoriale ove doveva intraprendere lavori edili (soprattutto sotto forma di sub appalati), di creare mirate schermature societarie finalizzate alla sottrazione dei beni aziendali di proprietà ad un eventuale sequestro di prevenzione. In particolare, è emerso che dopo l’emissione dell’interdittiva antimafia nel 2006 a carico della Torretta Cave snc, corrente in S. Egidio Montalbino e in Pagani, la stessa continuasse di fatto, a lavorare nel settore dei pubblici appalti attraverso la Mar.Sal. srl del figlio Marrazzo Salvatore (cl. 81) e la Ge.Pa. di Marrazzo Franco corrente in Pagani, ditte fittiziamente intestate a familiari del Marrazzo Francesco e pur sempre a quest’ultimo riconducibili.Sottoposte ad un provvedimento interdittivo antimafia anche queste due ultime società da parte del Prefetto di Salerno nel dicembre 2010 e, quindi, revocate dal comune di Salerno le autorizzazioni rilasciate per lavori in sub appalto nel cantiere in Piazza della Libertà, la schermatura si protraeva ulteriormente attraverso l’utilizzo della Ena Costruzioni srl con sede in Poggiomarino (Na) e la Co. Ge. ditta individuale di Pagani. Il tutto finalizzato a mantenere i sub appalti ottenuti dalla Esa Costruzioni spa sul cantiere della citata piazza di Salerno e nel comune di Nocera Inferiore. Ciò avrebbe garantito, in ogi caso, anche la fornitura del calcestruzzo attraverso un’ulteriore società di famiglia, ossia la Calcestruzzi Torretta srl di Pagani.
In sintesi, Marrazzo Francesco, già indagato per reati di camorra ed il figlio Marrazzo Salvatore, attraverso familiari e personaggi di fiducia, dall’anno 2006 hanno continuato a gestire lavori in sub appalto, ottenendo commesse per lavori pari almeno ad euro 850.000, eludendo e continuando così a percepire i profitti delle imprese di famiglia nonchè salvaguardando il proprio patrimonio.
Nei confronti del principale artefice dell’interposizione fittizia e delle cinque citate società “schermo”, il cui patrimonio si aggira intorno ai due milioni di euro, sono state applicate misure cautelari personali e reali contestualmente eseguite in provincia di Salerno e Napoli dal personale della D.I.A. già impegnato nelle indagini.