Rifiuti; Iannarilli: “La Saf non può soddisfare le esigenze di Roma per problemi tecnici. il ministero venga a rendersene conto”

21 Gennaio 2013 0 Di Felice Pensabene

<In Prefettura si sono incontrati tutti gli attori di quell’emergenza rifiuti che, dalla Capitale, sta coinvolgendo la Ciociaria. Sembra che un problema di proporzioni così eclatanti possa essere risolto qualche minuto di presenza del Commissario, a dispetto del tempo che persone specializzate impiegano per valutare, studiare ed analizzare le autorizzazioni che permettono ad un impianto di poter lavorare con mezzi e quantitativi come quelli imposti. Nessuno di questi signori ha letto attentamente le autorizzazioni rilasciate all’ impianto di Colfelice. Forse in questo caso sarebbe stato più opportuno delegare il tutto ad un tavolo tecnico, istituendo, magari, un “Governo Tecnico”, che in questo caso  avrebbe fatto sicuramente meno danni. Come noto, prima un decreto del Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini; poi la  diffida del commissario per l’emergenza rifiuti, Goffredo Sottile, hanno imposto all’impianto di smaltimento di Colfelice di ricevere il 60% dei rifiuti prodotti a Roma, Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano, aumentando di gran lunga l’attuale regime dell’impianto. Una quantità che metterebbe in crisi tutto il ciclo di lavorazione “dell’immondizia”, gestito dalla Saf, che, oggi soddisfa al 100% i fabbisogni dei Comuni ciociari ma che non ha gli strumenti nè i mezzi per accoglierne altri ne tanto meno le “carte in regola” per poterla ricevere. Questi sono i fatti ai quali, oggettivamente, nessun commissario può porre rimedio. Ma pare che questo non sia un problema. Così è se vi pare. C’è da sottolineare, però, che ad oggi un appuntamento per oggi la Saf non ha fornito indicazioni riguardo le capacità residue di trattamento presso l’impianto, neanche ad una nota specifica inviatagli dall’Ente Provincia; considerando che l’impianto ha una potenzialità di 327.273 tonnellate all’anno; considerando che oggi l’impianto lavora 187.676 tonnellate; ne consegue che ha una potenzialità residua di 139.597 tonnellate l’anno. A Roma uno più uno può fare solo due! I fatti, invece, sono diversi: una cosa è la capacità autorizzata, e altra cosa è la possibilità di lavorazione che non supera le 190 mila tonnellate. In altre parole, l’impianto ha sulla carta una potenzialità‘ differente da quella attuale. Basterebbe leggere attentamente l’Autorizzazione Integrale Ambientale, rilasciata dalla Regione Lazio, per capire che l’impianto è stato si autorizzato ma deve attenersi rigorosamente a delle prescrizioni e non può funzionare oltre le proprie capacità. Al Ministero non hanno fatto altro che individuare gli impianti ma nessuno si è preoccupato di valutare e testare le vere potenzialità degli impianti. E’ una vicenda assurda, il Ministero venga a testare le potenzialità degli impianti prima di prendere delle decisioni>. E’ quanto afferma l’On. Antonello Iannarilli, già Presidente della Provincia di Frosinone