Patente a punti: il garante della privacy bacchetta il Ministero dei Trasporti per la carenza di trasparenza

22 Febbraio 2013 0 Di Felice Pensabene

Patente a punti: il garante della privacy bacchetta il Ministero dei Trasporti per la carenza di trasparenza e lo invita a pubblicare on line tutte le attività che riguardano la patente. L’automobilista ha il diritto di conoscere in tempo reale decurtazioni e attribuzioni da parte del Ministero.

Ministero dei Trasporti poco trasparente bacchettato dal Garante per la privacy nel delicato tema della patente a punti. L’automobilista, secondo l’Autority, ha il sacrosanto diritto di poter conoscere nel dettaglio tutte le variazioni relative ai punti del suo certificato di abilitazione alla guida. Lo stabilisce il Garante privacy in un provvedimento pubblicato nella newsletter 369/13 che Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile segnalare per informare gli automobilisti che più volte ci avevano segnalato questa grave carenza.A seguito del reclamo presentato da un automobilista che lamentava che nell’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida non venivano registrate tutte le annotazioni relative alla variazione del punteggio della patente di ciascun conducente, ma solo la situazione complessiva “finale”, gli estratti cronologici inviati agli automobilisti da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dovranno indicare tutte le attribuzioni o decurtazioni di punteggio, anche quelle effettuate in modo automatico, compresa l’attribuzione di quei punti che in un secondo momento vengono tolti perché assegnati illegittimamente.Per di più la pubblica amministrazione dovrà far in modo di consentire agli interessati, la conoscibilità, nel dettaglio e cronologicamente, di tutte la variazioni riferite agli eventi passati. Il provvedimento del Garante, prende spunto dagli accertamenti effettuati, secondo i quali è

stato possibile verificare che sia le comunicazioni trasmesse dal ministero al reclamante sia le informazioni consultabili on line non riportano tutte le operazioni effettuate nel tempo. Così facendo l’amministrazione ha operato in modo non conforme al codice della privacy laddove prevede che i dati personali siano trattati secondo correttezza, esatti, se necessario aggiornati e che anche la gestione di banche dati pubbliche da parte della pubblicazione avvenga nel rispetto degli stessi principi.Al Ministero sono stati concessi sei mesi di tempo per provvedere a regolarizzare la défaillance:  la p.a. dovrà garantire informazioni complete e dettagliate anche nella consultazione on line attraverso l’ormai noto “portale dell’automobilista”.

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