Centro di Neuropsichiatria a Gaeta, torna il sereno tra amministrazione e utenti. Ma il servizio non funziona

25 Marzo 2013 0 Di redazione

“In questa storia tutti abbiamo delle responsabilità, ma le più grosse non sono le mie, ma di coloro che sono interessati a contendono i locali all’interno dell’ospedale ”. E’ la sintesi di quanto riferito oggi pomeriggio dal sindaco di Gaeta Cosimo Mitrano alla delegazione dei genitori di utenti del centro di neuropsichiatria Infantile di Gaeta. Parliamo di un servizio “zoppo” da due mesi, da quando, cioè, sfrattato dalla struttura di via Amalfi, è stato trasferito in alcuni locali in ospedale. I genitori lamentano l’inadeguatezza della nuova sistemazione. Locali piccoli per l’enorme flusso di utenti, circa 400, in ambienti che oltre a non permettere lo svolgimento delle normali terapie, non consentono la necessaria privacy delle conversazioni tra operatori e i genitori degli utenti. Un vero e proprio incontro chiarificatore, quello che si è svolto oggi in Comune, per confrontarsi direttamente dopo aspre polemiche. “Nella vita bisogna fare delle scelte – ha detto Mitrano – tra il servizio comunale, quello dell’asilo nido, e il servizio della Asl, quello del centro, ho scelto di far funzionare quello di mia competenza”. Nella struttura di via Amalfi, infatti, fino a gennaio, trovavano posto sia l’asilo che il centro di Neuropsichiatria. Poi è arrivata la chiusura dello stabile perché l’asilo non aveva una uscita di emergenza indipendente dal centro. La scelta a cui fa riferimento il sindaco, è stata quindi quella del dover sacrificare uno dei due. “Prima di prendere quella iniziativa, i vertici dell’ospedale mi avevano assicurato che nel nosocomio c’erano locali liberi per poter ospitare il centro e garantirne la permanenza a Gaeta. Poi, però, le cose sono andate diversamente”. Il primo cittadino, quindi, riferisce di uno scarica barili delle responsabilità tra i vertici provinciali della Asl e quelli locali, ma anche e soprattutto, di un inaccettabile gioco all’ostruzionismo con cui si vuole evitare che il centro di neuropsichiatria occupi locali ambiti da qualcuno. “Per questo mi impegno a scrivere una lettera al direttore generale della Asl con cui chiederò dignità per questo servizio”. Insomma torna il sereno nei rapporti tra i genitori e l’amministrazione ma il problema resta. I bambini, con problemi psichiatrici, alcuni anche molto gravi, restano ancora senza terapia o comunque, con un servizio zoppo. Le colpe della Asl, a sentire il sindaco, sono evidenti, ma come lui stesso ha detto, anche lui ha pecche. La scelta di chiudere il centro (sevizio Asl) senza preavviso per agli utenti ne è una; garantire, poi, un servizio comunale ha una sua ragione anche legale, ma dal punto di vista morale resta discutibile se non fosse altro per l’aspetto estremamente delicato dei servizi offerti da quel centro di neuropsichiatria che prima funzionava bene ed oggi quasi per niente. A due mesi dalla quasi paralisi delle terapie, inoltre, ci si aspettava qualcosa di più di una lettera di sollecito che poteva essere fatta anche un mese fa.
Ermanno Amedei