Festival “Douce France” Omaggio a Django Reinhardt con Nicola Puglielli

16 Maggio 2013 0 Di Felice Pensabene

Prosegue, forte di un ottimo riscontro di pubblico, “Douce France” alla Saletta di Frosinone, iniziativa patrocinata dal comune di Frosinone. Dopo le atmosfere raffinate disegnate dalla performance di Massero (voce), Iacoucci (piano) e Veddovi (fisarmonica), chiamati a ricreare dal vivo le emozioni contenute nel cd “Saisons”, sabato 18 maggio, ancora alle 18, sarà la volta di Nicola Puglielli nel recital per chitarra sola ispirato al grande chitarrista Django Reinhardt. Django è considerato il padre del jazz europeo, pioniere dell’incontro in libertà tra musiche di diversa provenienza, stilistica e geografica. Ed è su questa linea che si sviluppa il repertorio del concerto, basato sugli arrangiamenti dello stesso Puglielli. La scaletta prevede brani come “Nuages”, “Troublant Bolero”, “Douce Ambiance”,  “Belleville” (tutti a firma Reinhardt) e brani di altri autori “rivisitati” in stile manouche. L’eredità del jazzista belga di origine sinti è tangibile ancor oggi, e moltissimi artisti (non solo nell’ambito musicale) hanno sentito il bisogno di omaggiare il suo stile e l’originalissima personalità: Django è infatti diventato parte della cultura popolare anche grazie alle citazioni rivolte alla sua figura in film di successo come “Chocolat” (il cui tema centrale, “Minor Swing”, era  eseguito dal protagonista Johnny Depp), “Accordi e disaccordi” di Woody Allen, mentre nel film d’animazione “Appuntamento a Belleville” compare un personaggio che è palesemente la caricatura di Reinhardt. Senza contare che il “Django” di Sergio Corbucci (pellicola a cui si è recentemente ispirato Quentin Tarantino) deve il proprio titolo all’amore del regista per il jazz e per questo chitarrista in particolare. Una curiosità: Django formò, a metà degli anni Trenta, un quintetto con il violinista Stéphane Grappelli, nato a Parigi da nobile famiglia originaria di Alatri. Definito “il mostro sacro del jazz”, Grappelli collaborò con artisti del calibro di Ellington e Petrucciani, oltre che con i Pink Floyd. Eppure, giunto alla maturità, non vide mai realizzato il desiderio di tenere un concerto ad Alatri. Torniamo a Django: un omaggio intenso e appassionato gli sarà rivolto da Puglielli nel corso del concerto di sabato. La passione di Puglielli per la chitarra e per il jazz inizia già negli anni Settanta. Cresciuto frequentando locali romani in cui ha l’opportunità di suonare con grandi musicisti come Massimo Urbani e Giovanni Tommaso, si dedica poi allo studio del jazz, della chitarra classica e dell’arrangiamento sotto la guida del Maestro Gerardo Iacoucci. Sulla sua strada incontra jazzisti come Kirk Lightsey, Steve Grossman e Philip Catherine, ma collabora anche con importanti compositori come Nicola Piovani e con l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Non mancano esperienze in sala di registrazione con lo stesso Piovani, Gian Piero Reverberi, Luis Bacalov. Come compositore, Nicola Puglielli ha ottenuto diversi riconoscimenti in concorsi internazionali come il Carrefour Mondial de la Guitare in Martinica. Due i CD a suo nome: il primo, “In the middle”, è stato prodotto nel 2000 dall’etichetta tedesca Jardis ed ha suscitato grande interesse da parte della critica (il magazine tedesco Akustik Gitarre ha parlato di Puglielli come di  “una nuova stella della chitarra jazz”, mentre l’italiano All About Jazz ha definito l’album “una sorpresa per chi aveva dimenticato la chitarra acustica”). Il secondo è “Viaggio ConCorde”, pubblicato dalla III Millennio. Dopo i Conservatori di Roma e Frosinone, attualmente insegna chitarra jazz al Conservatorio di Perugia.