La Cassazione boccia il ‘Porcellum’ e il premio di maggioranza al Senato

17 Maggio 2013 0 Di Felice Pensabene

Ci son voluti otto anni e tre elezioni,ma alla fine la Cassazione ha bocciato il ‘Porcellum’. La Suprema Corte ha chiamato in causa la Consulta sulla legittimità costituzionale della legge elettorale Calderoli istituita nel 2005 e ha accolto il ricorso di 27 ricorrenti che hanno sollevato dubbi sulla sua costituzionalità. Le critiche di piazza Cavour riguardano soprattutto il premio di maggioranza al Senato, che pone “dubbi di legittimità costituzionale per la mancanza di una soglia minima di voti e/o seggi” e per “un meccanismo irrazionale che di fatto contraddice lo scopo che vuole perseguire”, ovvero assicurare la governabilità. “Il bonus diverso per ogni regione”, aggiunge la Cassazione, “porta a una sommatoria casuale dei premi regionali che finiscono per elidersi tra loro e possono addirittura rovesciare il risultato ottenuto dalle liste e coalizioni su base nazionale”.

La Cassazione, inoltre,  avanza poi ”dubbi” di costituzionalità sul meccanismo delle cosiddette liste bloccate, sottolineando che, con tale legge, è in gioco la libertà del voto quando all’elettore viene sottratta la facoltà di poter scegliere l’eletto. Vi è quindi da chiedersi se “possa ritenersi realmente libero il voto quando all’elettore è sottratta la facoltà di scegliere l’eletto e se possa ritenersi personale un voto che è invece spersonalizzato“. Piazza Cavour definisce “rilevanti e non manifestamente infondate le questioni di costituzionalità sollevate in giudizio” contro il Porcellum, “tutte incidenti sulle modalità di esercizio della sovranità popolare” garantite dagli art. 1, comma 2, e il 67 della Costituzione, dicendo a chiare lettere che “è dubbio che l’opzione seguita dal legislatore costituisca il risultato di un bilanciamento ragionevole e costituzionalmente accettabile tra i diversi valori in gioco”. Ora si pone ancor di più l’esigenza per il nuovo governo di modificare la legge elettorale.