Legambiente ricorre al TAR contro il declassamento dei Siti Nazionali di Bonifica della Valle del Sacco e della Provincia di Frosinone

15 Maggio 2013 0 Di Felice Pensabene

 Legambiente ha presentato ricorso al T.A.R. contro il Ministero dell’Ambiente per il declassamento da sito di interesse nazionale (SIN) a sito di interesse regionale (SIR) di “Bacino del Fiume Sacco” e “Provincia di Frosinone”. I due siti sono affetti da un grave danno ambientale che necessita di opere di bonifica urgenti. Il provvedimento di declassamento è illegittimo, ingiustificato e sommario. Gravità dell’inquinamento ambientale, piena rispondenza dei siti ai criteri indicati per individuare un Sito di Interesse Nazionale e modalità con cui la legge ha modificato tali principi: sono queste le principali motivazioni alla base del ricorso, redatto grazie alla collaborazione degli avvocati Mariadolores Furlanetto e Massimo Iannetti.

 

“Chiediamo l’annullamento del decreto del Ministero dell’Ambiente per la parte relativa ai i siti della Valle del Sacco e della provincia di Frosinone, declassati a nostro avviso illegittimamente e senza motivazioni fondate –ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Queste emergenze non possono passare nel dimenticatoio, come rischia di avvenire, bisogna arrivare a concludere le bonifiche, il territorio va risanato definitivamente, serve il massimo sforzo da parte delle istituzioni per una risoluzione immediata a beneficio della salute di tutti gli abitanti della zona e dell’ambiente.”

 

Sono 52 i Comuni compresi nel sito “Bacino del Fiume Sacco”, individuato quale sito di interesse nazionale nel 2005, tra la provincia di Roma e Frosinone quelli coinvolti dalla contaminazione del complesso industriale nella zona di Colleferro (Rm). Gli agenti chimici rilasciati negli anni nell’area circostante e nei territori lungo il fiume hanno provocato un forte inquinamento per i lavoratori e per tutti gli abitanti della zona. Le acque del fiume Sacco hanno irrigato i campi adiacenti e abbeverato bestiame con conseguente trasferimento della contaminazione nel ciclo alimentare con evidenti danni per la salute e l’economia del luogo basata principalmente su allevamento e agricoltura. Un vero e proprio disastro che ha colpito la valle, sul quale è attualmente pendente presso il Tribunale di Velletri un processo penale nel quale si procede proprio per “disastro colposo ambientale” e in cui Legambiente è costituita parte civile.

 

Le 122 discariche dismesse (abusive nel 17% dei casi) dislocate in ben 89 Comuni hanno invece contaminato il sito denominato “Provincia di Frosinone”, combaciante per alcuni punti con quello del bacino del Sacco. È stata accertata la presenza di rifiuti speciali e pericolosi a pochissima distanza dai centri abitati e su terreni ad alta permeabilità con grave rischio di compromissione dei terreni limitrofi. Questa la condizione che aveva motivato l’istituzione del SIN nel 2001 e che, inspiegabilmente, oggi non viene più considerata sufficiente. In questa zona ricade anche la ex-Cemamit di Ferentino, ora sotto sequestro per presunte irregolarità sullo smaltimento dell’amianto, requisito che la stessa legge del 2012 (art. 36-bis, comma 2 bis) indica come criterio che da solo basterebbe per l’istituzione di un SIN.

 

Il Decreto dell’agosto 2012 che ha introdotto la modifica dei principi e criteri di individuazione dei siti di bonifica manca, quindi, di motivazioni evidenti e puntuali che giustifichino il declassamento. E si tratta peraltro di un provvedimento imposto dall’alto senza la necessaria compartecipazione delle istituzioni territoriali coinvolte. Si consideri che anche la Regione Lazio con la giunta Zingaretti ha presentato un autonomo ricorso al TAR sulla vicenda.

“Le emergenze ambientali del territorio della Valle del Sacco e della provincia di Frosinone richiedono interventi di bonifica e politiche di riduzione dell’impatto -ha detto Francesco Raffa, coordinatore provinciale di Legambiente Frosinone-. La situazione ambientale dell’area è davvero grave, sia per la l’emergenza legata all’inquinamento industriale che per le decine di discariche ancora tutte da bonificare. Serve molta più costanza che nel passato per risolvere la crisi, non si può certo partire dal declassamento che va sventato, servono strategie nuove per non far sentire sole le persone che oggi vivono una situazione difficile.”