Tedeschi, sulla ‘due giorni’ di Premier e ministri in abbazia: “Che il Signore li illumini”

8 Maggio 2013 0 Di Felice Pensabene

Quando ho sentito alla radio stamattina dei due giorni di ritiro promossi dal Presidente del Consiglio Enrico Letta, mi sono subito venuti alla mente i ritiri spirituali ed i campi scuola. Terminato l’impegno in Regione Lazio avrei avuto davvero bisogno di qualche giorno in una delle nostre belle abbazie, ma l’emergenza rifiuti me lo ha impedito perché sono dovuta ritornata ad essere più combattiva di prima se non altro per far sentire ai romani che una voce di dissenso esiste anche in Ciociaria. E quindi bravo il nostro Presidente del Consiglio che, attingendo alla sua formazione, porta tutti i ministri nell’Abbazia di Spineto nelle campagne senesi. Ognuno si spoglierà della propria casacca partitica e proveranno a pensare a come perseguire il bene comune per gli Italiani. Per fare questo tutti insieme bisogna essere una squadra coesa e il primo passo è conoscersi. Ed a questo punto l’arduo compito del coordinatore del team è quello di fare in modo che si stabiliscano nonostante le differenze e le diffidenze, relazioni empatiche, non simpatiche, ma di mutua e profonda comprensione. Tutto questo dovrebbe gettare le basi per un lavoro di squadra sinergico, collaborativo e produttivo. Il tutto è davvero da manuale! Un ottimo manuale. Certo, il paesaggio delle colline senesi aiuterà non poco e twitter darà una grossa mano a far sentire tutti noi compresenti con discrezione e riflessiva attenzione. Non so se questo basterà a trovare le risorse, volgarmente dette anche soldi, per finanziare le priorità: cassa in deroga, lavoro per i giovani, alternativa all’IMU, ma una cosa è certa, la villa di Arcore e Palazzo Grazioli sono stati sostituiti da un’Abbazia. Sarà un segnale, ma un segnale essenziale per un Paese che cominciava a pensare come normali certe pratiche e certe frequentazioni. Non so se saranno sufficienti due giorni per fare squadra, per svestirsi, conoscersi, comprendersi e creare vere relazioni produttive. Mi auguro che siano produttive per il Paese anche perché se la squadra fallisce, il pegno lo pagano tutti, anzi lo paghiamo tutti. Allora forse conviene a tutti fare il tifo affinché l’esperimento abbia successo, verrebbe da dire: “che il Signore li illumini”; tradotto anche per i non credenti diventa: che siano realmente e concretamente produttivi non di impegni e di buone intenzioni perché di queste sono lastricate le vie dell’inferno e noi dall’inferno, non solo economico, invece dobbiamo uscire.