Pellegrinaggio diocesano alla tomba di San Pietro

26 Giugno 2013 0 Di redazione

Sono molte le parrocchie della Diocesi di Montecassino che mercoledì 26 giugno si sono recate a Roma presso la tomba di Pietro, per rinnovare e rimotivare il proprio Credo nell’Anno della Fede.
Nella basilica di San Pietro, il “principe degli Apostoli”, ci si trova a contatto con l’origine della nostra identità di cristiani, perché il martirio di Pietro è la testimonianza di fede portata all’estremo sacrificio della vita per amore di Cristo. È così che molti cristiani, ai primi tempi della Chiesa, ed anche oggi, hanno donato e donano la propria vita pur di restare fedeli a Cristo. Ecco perché è giusto interrogarsi, oggi, nell’Anno della Fede, sulle motivazioni profonde per le quali ci diciamo cristiani.
La data scelta, di mercoledì, è dovuta al desiderio di partecipare all’Udienza generale di papa Francesco, il papa che da qualche mese attira ogni settimana centinaia di migliaia di pellegrini, fedeli, credenti e non, con il suo carisma, la sua autenticità, il suo approccio diretto e la sua predilezione per i più poveri e deboli.
Circa 1500 persone, dunque, sono partite prima dell’alba da Cassino e dagli altri centri della Diocesi, con i loro parroci e con la guida dell’Amministratore apostolico Dom Augusto Ricci, che da pochi giorni è alla guida della Diocesi di Montecassino.
In tutti, il pensiero all’Abate emerito, Dom Pietro Vittorelli, che aveva voluto personalmente invitare al pellegrinaggio i suoi fedeli e che ora, dopo le sue dimissioni, poteva accompagnarli solo spiritualmente.
Giunti in piazza San Pietro, i vari gruppi di pellegrini, dopo le lunghe file ai controlli presso i varchi di accesso, hanno preso posto a sedere, ricompensati così dell’alzataccia per poter partire alle 4. Erano da poco passate le 8. Dopo lunga attesa, un brivido nella folla sterminata che ancora una volta aveva completamente riempito piazza S. Pietro: il Papa!
Come sua abitudine, ha compiuto vari giri nella piazza, fermandosi spesso a salutare, stringere mani, con preferenza per bambini e malati. Molti hanno potuto vederlo molto da vicino, emozionati e contenti.
Quindi ha preso inizio l’udienza generale. Con la sua solita semplicità e concretezza, papa Francesco ha parlato, nella sua catechesi, della Chiesa: chiesa come tempio di Salomone, dove il popolo di Israele si incontrava con Dio presso l’Arca dell’Alleanza, chiesa di mattoni. Ma la vera Chiesa siamo noi, popolo di Dio, pietre vive di un edificio spirituale. In essa nessuno è inutile, nessuno secondario. Tutti siamo uguali agli occhi di Dio. Qualcuno potrebbe dire: “Senta, sig. Papa, lei è diverso da noi”. No! siamo tutti uguali! nessuno è anonimo! Un cristiano stanco, annoiato, chiuso in se stesso è brutto, noi non dobbiamo chiuderci in noi stessi. Il Signore doni a tutti noi la sua grazia, la sua forza. Preghiamo di poter essere sempre pietre vive della sua chiesa, solidamente uniti a Cristo attraverso lo Spirito Santo che è il pilastro, la pietra di sostegno, e lavorare generosamente alla costruzione della Chiesa sempre più bella.
Il Santo Padre, dopo i saluti ai pellegrini in molte lingue diverse, compresa quella araba, ha salutato i pellegrini di lingua italiana ed è stato emozionante quando ha detto: “Un affettuoso pensiero rivolgo al padre Abate di Montecassino Pietro Vittorelli e ai fedeli della sua Diocesi” ed un fragoroso applauso è partito dai nostri settori. Poi, dopo il canto del Padre nostro in latino, ha impartito la benedizione apostolica, soprattutto per i bambini, i malati e i sofferenti.
Sfollata la piazza, i pellegrini, dopo essersi raccolti, si sono portati al santuario romano del Divino Amore, dove nel pomeriggio è stata celebrata la Messa.
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