Polizia e Guardia di Finanza di Frosinone un “Game Over” alla criminalità organizzata: 5 arresti e sequestro di beni per 200 milioni di euro

27 Giugno 2013 0 Di redazione

Nel corso della notte ha preso avvio ed è tuttora in fase di esecuzione una imponente operazione di polizia contro la criminalità organizzata, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli e condotta da personale della Squadra Mobile della Questura di Frosinone e del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Frosinone.

L’operazione è inserita in un più ampio contesto investigativo che prevede la contestuale esecuzione di misure cautelari a cura del R.O.S. dell’Arma dei Carabinieri di Napoli e del Gruppo Guardia di Finanza di Aversa.

Denominatore comune dei diversi filoni di indagine è rappresentato dalla operatività del clan camorristico “dei casalesi”, con particolare riferimento alla frangia storicamente riferibile alla famiglia Schiavone.

Le indagini, in Provincia di Frosinone, hanno preso avvio a seguito di fatti cruenti ed attentati alla sala bingo di Ferentino (FR) avvenuti nel 2008 ed hanno investito le vicende societarie che hanno portato soggetti contigui alla criminalità organizzata ad acquisire l’attività economica, a seguito di difficoltà finanziarie della precedente compagine societaria.

Tre i personaggi chiave: l’amministratore e socio di maggioranza della società che gestiva la sala bingo di Ferentino, particolarmente esperto del settore ed in possesso di informazioni privilegiate, grazie alla carica, ricoperta all’epoca, di Presidente della ASCOB (Associazione Concessionari del Bingo); un esponente della cosca mafiosa facente capo alla famiglia Santapaola di Catania, socio della stessa società, che ne aveva intestato le quote alla moglie ed un affiliato al clan camorristico “dei casalesi”, che aveva versato parte dei capitali per conto di tutti i soci e fungeva da consigliere della società, già coinvolto in altre indagini della D.D.A. di Napoli, aventi ad oggetto le connessioni tra il clan “dei casalesi” e le attività economiche nel settore dei giochi e delle scommesse.

Si è potuto così ricostruire una vastissima, rilevante e spregiudicata attività di acquisizioni societarie in varie città italiane da parte di soggetti che, a vario titolo, rappresentavano una convergenza di interessi tra diverse consorterie criminali di stampo mafioso, nel senso che il clan “dei casalesi” e la cosca riferibile alla famiglia Santapaola di Catania hanno reimpiegato, tramite persone di loro fiducia, parte consistente dei loro profitti illeciti per la gestione delle scommesse e l’installazione, presso locali pubblici, di slot machine.

E’ stato così possibile individuare vari livelli di illegalità, con al vertice le consorterie criminali di stampo mafioso che dettano le regole di mercato e di successiva gestione delle attività e, un gradino sotto, faccendieri scaltri e spregiudicati, che fanno da raccordo con il crimine organizzato, consentendo una costante e progressiva infiltrazione anche su territori apparentemente non contaminati dall’opera della criminalità organizzata.
I soggetti investigati operavano, per conto della criminalità organizzata, approfittando delle difficoltà altrui ed entrando, dapprima in modo amicale e discreto e, successivamente, estromettendo senza scrupoli l’imprenditore in difficoltà: un meccanismo asfissiante e senza uscite, che strangola l’imprenditoria sana, premia il vizio e punisce la virtù.
Del resto, anche in Provincia di Frosinone, questo è quanto da tempo intuito dagli investigatori e che ora emerge tristemente, senza possibilità di equivoco, all’esito di complesse indagini costituite da intercettazioni telefoniche, accertamenti patrimoniali e bancari, attività dinamica di appostamenti e pedinamenti ed esame di copiosa documentazione amministrativo- contabile.

Sono state arrestate 5 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso (art. 416-bis c.p.), reimpiego di denaro di provenienza illecita (art. 648-ter c.p.) ed intestazione fittizia di beni (art. 12-quinquies D.L. 306/92), aggravati dall’art. 7 della legge n. 203/91, che punisce chi commette reati favorendo le organizzazioni mafiose, ovvero facendo ricorso alle loro modalità criminali. Sono state denunciate 21 persone e 89 soggetti (tra persone e società) sono stati sottoposti ad accertamenti patrimoniali.

Nei loro confronti e dei rispettivi nuclei familiari o prestanome sono stati sequestrati ingenti patrimoni stimati in circa 200 milioni di euro. Trattasi di nr. 69 terreni; nr. 84 fabbricati; nr. 18 aziende (operanti prevalentemente nel settore dei giochi e delle scommesse, ma anche dell’agricoltura, del commercio e dei servizi in genere); quote societarie di 41 società, per valore nominale pari a oltre 1.100.000 euro; nr. 230 rapporti bancari; nr. 59 autovetture (tra cui una Ferrari 550 Maranello e una Ferrari F355).

Sono stati impiegati oltre 150 tra Finanzieri e Poliziotti che hanno operato, anche in collaborazione con i loro colleghi del posto, nelle Regioni Campania, Lazio, Sicilia, Toscana, Sardegna, Emilia Romagna.